L’Etf si attiva

Una nuova generazione di fondi indicizzati si fa strada negli Stati Uniti. L’industria va verso prodotti che non replicano benchmark tradizionali, ma fondamentali e quantitativi.

Sara Silano 07/02/2008 | 16:52
Facebook Twitter LinkedIn
Negli Stati Uniti, la Sec, autorità di vigilanza sui mercati, ha autorizzato la quotazione di una nuova generazione di Etf attivi, che investono in un paniere di titoli costruito con l’uso di metodologie quantitative. Il primo via libera è stato dato alla famiglia “actively-managed” di Invesco PowerShares, costituita da quattro prodotti, tre azionari e uno obbligazionario, che impiegano metodi matematico-statistici per selezionare i titoli da mettere in portafoglio con l’obiettivo di battere gli indici tradizionali.

Oltreoceano, la linea di demarcazione tra Etf e fondi comuni si fa sempre più sottile. E considerando la velocità con cui le novità arrivano in Europa, gli Exchange traded fund attivi potrebbero giungere anche da noi fra qualche mese. In realtà la prima generazione di

fondi indicizzati e quotati che non replicano gli indici tradizionali è già presente a Piazza affari. Più precisamente, è bene distinguere tra gli Etf che seguono l’andamento di indici fondamentali, quelli che replicano indici quasi-attivi e quelli attivi.

I fondamentali si caratterizzano perché non sono basati sulla capitalizzazione di Borsa dei titoli, ma su indicatori reddituali e patrimoniali (in Italia hanno Etf di questo tipo, che replicano gli indici Ftse Rafi, Lyxor e Invesco PowerShares). Questi fondi sono i più simili a quelli tradizionali che replicano fedelmente indici come il DJ Eurostoxx50 o l’S&P500.

E’ diverso il discorso per gli Etf che hanno benchmark quantitativi quasi-attivi. I più noti sono gli “intelligent index” costruiti attraverso metodi matematici che selezionano le società più solide, ben gestite, con forti potenzialità di sviluppo e valutazioni attraenti, e i “MarketGrader”, che considerano fattori quali la crescita, il valore, la profittabilità e i flussi di cassa. In questo caso, il paniere replicato non è rappresentativo di un intero mercato, ma è l’insieme dei titoli che il modello ritiene possano generare Alfa, ossia valore aggiunto e quindi maggiori rendimenti (a Piazza affari, ne sono un esempio i PowerShares Dynamic intelligent index e gli Spa Etf Marketgrader).

Infine, l’ultima generazione, appena nata negli Stati Uniti, è caratterizzata da una componente attiva più forte e meno vincolata a un benchmark. Il paniere di riferimento, infatti, è costruito attraverso analisi fondamentali e tecniche sui singoli titoli, oltre a valutazioni sul rischio di portafoglio e l’impatto dei costi di transazione. Alcuni sistemi prevedono il ribilanciamento settimanale e l’investimento in derivati. E nel futuro potrebbero esserci anche indici di Etf, che genereranno prodotti molto simili ai fondi di fondi.

I nuovi Etf arrivano in un momento di forte turbolenza dei mercati e, considerata la loro giovane età, non è possibile dire se saranno in grado di affrontare la fase di ribasso delle Borse meglio dei tradizionali Exchange traded fund, che sono più vulnerabili alle bolle speculative ed essendo basati su indici a capitalizzazione tendono a sovrappesare i titoli più costosi. Limitando l’analisi ai fondi basati su indici fondamentali, presenti da qualche mese in Italia, si nota che l’andamento non è stato del tutto correlato con quello dei benchmark a capitalizzazione e in alcuni casi è stato migliore (molto dipende dal mercato di riferimento). In base ai dati di Research Affiliates, che elabora gli indici Rafi, tali benchmark tendono a fare meglio su orizzonti di medio periodo (tre anni). Tuttavia, il numero contenuto di scambi a Piazza Affari e la comunque breve serie storica suggerisce di attendere di avere un po’ di informazioni in più per poter fare analisi comparative adeguate.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures