La frontiera tiene d’occhio Cina, Usa e Argentina

Le tensioni commerciali fra le due potenze economiche condizionano i mercati non ancora emergenti. L’altra incognita sono le elezioni nel paese sudamericano.

Marco Caprotti 27/03/2019 | 16:30
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Gli accenni di volatilità che si sono visti nelle ultime settimane sui mercati si sono fatti sentire anche nei paesi di frontiera. La categoria Morningstar che raccoglie i fondi che investono nelle aree non ancora emergenti in un mese ha perso (in euro e fino al 25 marzo) l’1,3%, portando a +7,6% la performance da inizio anno.

Grafico andamento categoria Morningstar global frontier equity
vabbe

A pesare su questo asset di investimento sembrano essere ancora le incertezze legate allo scontro commerciale fra Stati Uniti e Cina. La situazione appare meno tesa rispetto a qualche tempo fa, ma quando c’è una situazione di dubbio i primi a pagare sono soprattutto gli asset considerati più a rischio.

“Gli investitori stanno guardando con attenzione alle tensioni tra Stati Uniti e Cina, aspettando di vedere se le barriere al commercio verranno ulteriormente aumentate”, spiega Oliver Bell, gestore del fondo T. Rowe Price Frontier Markets Equity. “Se le tensioni dovessero diminuire, la propensione al rischio degli investitori dovrebbe aumentare, a beneficio dei mercati di frontiera. Tuttavia, paesi come Vietnam e Bangladesh, a causa del loro ruolo nella supply chain globale, dovrebbero beneficiare delle tensioni, dato che le società mirano a spostare la produzione dalla Cina e sono attratte dal basso costo della manodopera offerto da questi paesi. Il Vietnam è ormai ampiamente incluso nel ciclo economico globale, grazie all’ampiezza del suo mercato dell’export”.

Elezioni in Argentina
Ma ci sono anche altri elementi di cui tenere conto. Ad esempio, le elezioni generali che l’Argentina affronterà a ottobre 2019. “È probabile che l’attuale presidente, Mauricio Macri, decida di ricandidarsi”, spiega Bell. “Se dovesse vincere e ottenere il controllo sulla Camera inferiore, il ritmo delle riforme potrebbe accelerare notevolmente. Anche se la crisi ha intaccato la sua popolarità, è possibile che la tempistica delle elezioni coinciderà con una ripresa della crescita”. C’è ancora incertezza su chi sarà lo sfidante di Macri alle elezioni. “Alcuni ritengono che l’ex presidente, Cristina Kirchner, si candiderà (20% di probabilità)”, dice il gestore. “Una sua vittoria rappresenterebbe una notizia negativa per i mercati, con la possibile reintroduzione del controllo sui capitali. La rielezione di Macri, tuttavia, rappresenterebbe un catalizzatore positivo per l’asset class, dato che è molto probabile che continuerà l’ampio processo di aggiustamento fiscale”.

Nella tabella in basso sono elencati i fondi che fanno parte della categoria Morningstar Global Frontier market equity e la loro esposizione netta all’azionario dell’Argentina.
vaffanculo

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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