Le Borse riprendono fiato

Dopo sette sedute negative, tornano gli acquisti sui listini di Eurolandia, grazie ai dati macro e alle mosse della Banca centrale cinese. Milano chiude a +5,86%. In forte rialzo i bancari. Wall Street positiva. 

Francesco Lavecchia 25/08/2015 | 17:49
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Eurolandia ha centrato il rimbalzo e i principali listini del Vecchio continente hanno chiuso registrando guadagni superiori al 4%. I motivi di preoccupazione (il rallentamento dell’economia cinese e il deprezzamento del petrolio) restano ancora vivi, ma dopo sette ribassi consecutivi, le valutazioni azionarie si sono ridotte in maniera significativa e ora gli operatori sono tornati ad acquistare titoli.

La Cina taglia i tassi d'interesse
A incidere positivamente sull’andamento delle contrattazioni sono stati anche il positivo dato sulla fiducia delle imprese tedesche e la decisone della Banca centrale cinese di intervenire sui tassi di interesse. A mercati chiusi, l’istituto ha annunciato il taglio del costo del denaro dello 0,25% e l’abbassamento di mezzo punto percentuale del tetto di riserva obbligatoria imposto alle banche. Dopo le numerose iniezioni di liquidità (solo oggi 30 miliardi di dollari), anche queste misure hanno lo scopo di aumentare la moneta in circolazione nel sistema e di dare margini di manovra più ampi agli istituti di credito.

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso a +5,86%. In spolvero i titoli del comparto bancario (Banca Pop Emilia Romagna +9,46%, Intesa Sanpaolo +8,22%, Unicredit +6,89%) e delle utility. Bene anche gli energetici che beneficiano dell’aumento del prezzo del petrolio (+3,58%) che torna sopra quota 39 dollari al barile (WTI). Sul risultato di Luxottica (+6,56%) pesa l’acquisto di 500 mila azioni del gruppo da parte del presidente Leonardo del Vecchio.

Wall Street positiva
Wall Street scatta veloce dai blocchi di partenza. Il Nasdaq ha aperto a +3,2% e il Dow Jones a +1,9%. I listini newyorkesi continuano a viaggiare in rialzo nonostante i dati macro contrastanti: la fiducia dei consumatori americani è salita ad agosto oltre le attese, l’indice della Fed di Richmond (considerato il termometro dell’attività manifatturiera del paese) a luglio è calato a quota zero (dai 19 punti registrati a giugno). Deludente anche il dato dell’indice Pmi del settore servizi, stabile rispetto a luglio, mentre la vendite di case nuove è stata il mese scorso inferiore alle stime degli analisti. 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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