Fca dice grazie agli Usa

Il mercato Nord Americano spinge le vendite del Lingotto e i conti del gruppo fanno ben sperare in un ulteriore miglioramento della profittabilità. Il titolo guadagna il 2,2%, ma resta scambiato a sconto rispetto al fair value Morningstar di 20 euro.  

Francesco Lavecchia 31/07/2015 | 14:14
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Gli Usa trascinano i conti di Fca. Il secondo trimestre del Lingotto si è concluso con una crescita del fatturato del 26%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il driver principale di questo progresso è stato il mercato Nord Americano. Il miglioramento del mix di prodotti offerti in questa regione e l’apprezzamento del dollaro hanno spinto i ricavi e fatto lievitare i margini di profitto del gruppo nonostante l’incremento delle vendite sia stato appena dell’1%.

I numeri del secondo trimestre
Buone notizie sono arrivate anche dal mercato EMEA (dove si è registrato un aumento dei volumi del 12% e un incremento del fatturato del 19%) e dal segmento della componentistica, che ha realizzato un progresso del 22%. Male, invece, America latina e Asia Pacifico, che hanno fatto segnare un calo delle unità vendute rispettivamente del 32% e del 15%.

“Sebbene il miglioramento del margine Ebitda del gruppo sia stato di appena 30 punti base (9,5% sul totale ricavi), il risultato è da considerarsi sorprendente se considerato l’esiguo incremento dei volumi di vendita e i costi legati al lancio dei nuovi modelli”, dice Richard Hilgert analista azionario di Morningstar. “Il management attribuisce questo dato ai passi in avanti fatti nell’efficienza della supply chain e questo ci fa essere fiduciosi circa la crescita della profittabilità del gruppo nei prossimi anni”.

Le previsioni degli analisti
Le previsioni per i prossimi cinque anni confermano un progresso dei ricavi a un tasso medio del 4,5% e un margine Ebitda medio attorno al 9,6%. Queste ipotesi sono significativamente più priudenti rispetto alle attese del gruppo, che ha annunciato un obiettivo in termini di Ebitda del 13,3% (nel 2018) e un picco delle vendite pari a 108 miliardi di euro (nel 2017), ma sono indicative di quanto gli operatori sia scettici sui benefici ancora realizzabili dall’integrazione tra Chrysler e Fiat. Al momento il titolo della casa italoamericana è scambiato a Borsa Italiana a un prezzo attorno ai 14 euro (+1,8% rispetto alla chiusura di ieri), mentre il fair value è pari a 20 euro per azione. 

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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