
Punti chiave:
- Eni valorizza Plenitude con l’ingresso di Ares da 2 miliardi.
- Plenitude cresce nel retail con l’acquisizione di Acea Energia.
- Si rafforza il percorso verso la futura quotazione ma non ci sono novità sui tempi.
Plenitude, società controllata da Eni ENI e protagonista della transizione energetica, consolida la propria posizione di rilievo nel panorama europeo attraverso due operazioni strategiche: l’ingresso del fondo Ares nel capitale e l’acquisizione di Acea Energia da Acea ACE, azienda che gestisce e sviluppa reti e servizi nel settore idrico, energetico e ambientale e che capitalizza oltre 4 miliardi di euro. Si tratta di mosse coerenti con la strategia a lungo termine di Eni, che punta a valorizzare i propri asset energetici a maggiore potenziale, coinvolgendo partner di rilievo internazionale per accompagnare la crescita di Plenitude.
Plenitude si distingue per un modello di business integrato e innovativo nel solco della sostenibilità ambientale ed economica che unisce la produzione da fonti rinnovabili – con oltre 4 GW installati – alla vendita di energia e gas a una base clienti che supera i 10 milioni, oltre alla gestione di una rete di circa 21.500 punti di ricarica per veicoli elettrici distribuiti in più di 15 Paesi.
L’operazione Ares: una valutazione da 12 miliardi
Il primo tassello della strategia di valorizzazione si concretizza con l’ingresso del fondo Ares Management, attraverso la sua divisione Alternative Credit, nel capitale di Plenitude. Ares acquisisce il 20% della società per un controvalore di circa 2 miliardi di euro, sulla base di un equity value pari a 10 miliardi, che corrisponde a un enterprise value complessivo superiore ai 12 miliardi, inclusivo del debito.
Il fondo americano – che al 31 marzo 2025 gestiva 546 miliardi di dollari a livello globale e 43 miliardi nella sola divisione Alternative Credit – diventa così il principale azionista di minoranza, superando la svizzera Energy Infrastructure Partners (EIP), che detiene il 10%. Un’operazione che conferma la forte attrattività del modello Plenitude, come sottolinea Francesco Gattei, Chief Transition & Financial Officer di Eni: “Accogliamo oggi un nuovo partner internazionale di primo piano che accompagnerà Plenitude nella sua importante crescita futura. Questo accordo conferma la grande attrattività del nostro modello di business e ci aiuta a far emergere valore da asset strategici nella transizione energetica”.
A quando per l’IPO di Plenitude?
Le mosse sul fronte dell’azionariato tengono vive le attenzioni del mercato per un IPO (Initial public offering, in italiano Offerta pubblica iniziale), di Plenitude di cui si parla da tempo con valorizzazioni comunque più basse di quelle raggiunte con Ares. Lo sbarco in Borsa era stato poi posticipato a un periodo di mercato più favorevole sia come contesto di fondo sia nello specifico al business di Plenitude.
Piazza affari, voglia di IPO nel segno di PlenitudeQuando a fine 2023 Eni annunciò l’accordo per l’ingresso di EIP nel capitale sociale di Plenitude attraverso un aumento di capitale di 500 milioni di euro, accompagnato dall’opzione per EIP di salire ulteriormente, l’operazione era stata presentata con un Equity value di Plenitude intorno agli 8 miliardi di euro e a un Entreprise value sui 10 miliardi.
E quindi, a quando per l’IPO? Lo scorso febbraio, lo stesso Gattei rispondendo alle domande degli analisti sul piano strategico 2025-28 di Eni, aveva detto “C’è il potenziale” per l’IPO di Plenitude o Enilive, ma “dipenderà dalle condizioni del mercato”.
L’AD di Plenitude e l’arrivo di Ares
Tornando all’ingresso di Ares nell’azionariato, l’amministratore delegato di Plenitude, Stefano Goberti, ha accolto l’ingresso di Ares evidenziando la crescita del valore della società: “Oggi viene nuovamente riconosciuta la qualità del nostro approccio, che coniuga sostenibilità economica e ambientale in un modello integrato. Ares mette in risalto la progressione del valore di Plenitude e diventa parte del nostro percorso di crescita che realizziamo giorno dopo giorno con tenacia e convinzione”.
Gli analisti apprezzano l’operazione Ares
Il mercato finanziario ha accolto con favore l’operazione. Equita Sim conferma il rating “Buy” su Eni e un target price di 16 euro, osservando che la valutazione attribuita a Plenitude con Ares (oltre 12 miliardi EV) è nettamente superiore rispetto alla precedente cessione del 10% al fondo EIP. Secondo gli analisti, questa valorizzazione “permette di far emergere ulteriore valore in uno dei satelliti di Eni”. Nello specifico, Equita stima per Plenitude un EBITDA di oltre 1,1 miliardi nel 2025, con un target a 1,9 miliardi nel 2028, grazie all’espansione nella produzione da rinnovabili e nella rete di ricarica. Il multiplo implicito EV/EBITDA dell’operazione con Ares si attesterebbe a circa 11 sul 2025, a fronte di un multiplo medio di circa 3,7 per Eni nel suo complesso.
Intermonte, invece, mantiene una posizione più cauta con rating “Neutral” su Eni e un target price di 13,5 euro. Gli analisti sottolineano la coerenza dell’accordo con le indiscrezioni circolate nei mesi precedenti e osservano che il nuovo assetto azionario conferma la centralità strategica di Plenitude, già rafforzata nel novembre scorso dall’aumento di capitale da parte di EIP, che ha portato la partecipazione del fondo svizzero dal 7,6% al 10% con un investimento di circa 800 milioni.
Più convinta la lettura di Banca Akros, che conferma il rating “Buy” su Eni con un prezzo obiettivo di 17 euro. Gli analisti giudicano positivamente l’operazione, evidenziando come la notizia non rappresenti una sorpresa, alla luce delle voci di mercato che da mesi indicavano l’interesse di Ares, insieme ad altri potenziali investitori come Apollo e Stonepeak.
L’acquisizione di Acea Energia rafforza la rete clienti di Plenitude
Sempre nella parte finale di giugno, Plenitude ha in parallelo mosso un altro passo strategico con l’acquisizione del 100% di Acea Energia, società del gruppo Acea attiva nella vendita di energia, gas e servizi ai clienti finali. Il Consiglio di Amministrazione di Acea ha approvato l’offerta vincolante di Eni Plenitude il 24 giugno 2025. L’operazione include anche una quota del 50% in Umbria Energia ma esclude le attività di efficienza energetica, mobilità elettrica, economia circolare e gestione energetica.
Secondo le stime di Equita Sim, l’Enterprise Value implicito è di circa 375 milioni di euro, con la possibilità di ulteriori 100 milioni di earn-out legati alle performance future. Il perfezionamento è atteso entro giugno 2026, subordinato alle autorizzazioni Antitrust, alla normativa italiana sui poteri speciali e al regolamento europeo sulle sovvenzioni estere.
L’operazione è stata messa sotto valutazione da parte di diversi uffici studi. Equita ha reagito confermando il rating “Buy” sia su Acea (target a 22,4 euro) sia su Eni (16 euro), notando che la valutazione finale, earn-out inclusi, si aggira sui 475 milioni, circa 100 milioni sotto le stime ma comunque efficace per “ridurre il debito complessivo di Acea e liberare risorse per investimenti in attività regolate”. Inoltre, Plenitude “supera con questa acquisizione quota 11,5 milioni di clienti”, oltre il target fissato nel piano industriale.
Anche Banca Akros ha un giudizio complessivo positivo sull’operazione mantenendo il “Buy” su Acea (titolo a 20,5 euro) con prezzo obiettivo a 22 euro. L’acquisizione è “strategicamente positiva in quanto libera capitale a una valutazione interessante, rafforzando la posizione di Acea nel business regolamentato delle infrastrutture e coerente con il piano di rotazione degli asset annunciato per il 2024”.
Sponda Ue e partnership industriali: il contesto favorevole
A livello di contesto normativo generale, Plenitude si sta muovendo in un panorama europeo che, pur non prevedendo incentivi uniformi, apre spiragli importanti. Il recente documento quadro UE sulla transizione energetica lascia ai singoli Stati il compito di definire i sostegni nei vari settori, ma la maggiore flessibilità introdotta è vista positivamente da Equita Sim secondo cui si tratta di indicazioni favorevoli per l’energia e per progetti legati a CCS (Carbon Capture and Storage ovvero Cattura e Stoccaggio di Carbonio), biofuel, nucleare e tecnologie di riduzione delle emissioni. Un’onda lunga che per gli esperti può favorire, tra gli altri, sia Plenitude sia le altre iniziative di Eni come Enilive.
Sul piano industriale, Plenitude ha anche rafforzato la propria presenza nella mobilità elettrica firmando una lettera d’intenti con BMW Italia. L’accordo punta a sviluppare iniziative congiunte per accelerare la transizione del trasporto su strada, attraverso campagne di marketing e potenziamento della rete di ricarica elettrica.
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