Etf, corsa al ribasso

Lo sbarco di Vanguard in Europa ha innescato la competizione sui prezzi. Che tocca soprattutto i replicanti più comuni.

Sara Silano 19/11/2012 | 15:26
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Chiamatela “guerra dei prezzi” o “evoluzione del mercato”, in ogni caso è sotto gli occhi di tutti la corsa al ribasso delle commissioni degli Exchange traded fund, tanto in Europa quanto negli Stati Uniti. Le notizie si sono susseguite negli ultimi mesi a ritmo continuo e sono arrivate dai principali emittenti. Il capofila è Vanguard, il gigante americano dei fondi passivi, che è sbarcato in Europa, per la precisione sulla Borsa di Londra, lo scorso maggio.

L’offensiva americana
In un’intervista a Morningstar, Nick Blake (Vanguard) ha ammesso: “Sono felice di dire che finalmente vediamo una sana competizione sui prezzi, che farà bene agli investitori”. Il gigante dei fondi americani, noto per essere low-cost, ha spiazzato il mercato quando, all’inizio di ottobre, ha annunciato di cambiare gli indici di riferimento di 22 fondi ed Etf americani per ridurre le commissioni. “Negli ultimi anni, i costi dei benchmark sono aumentati, diventando una larga fetta degli oneri a carico dei sottoscrittori”, spiega Nick Blake. “Così, in linea con la nostra filosofia, abbiamo cercato nuove vie per ridurli e creare risparmi di lungo termine per i nostri clienti”. Le forbici, Vanguard le ha usate molto nei suoi trent’anni di vita, passando da circa l’1 allo 0,2% di fee medie.

Tagli europei
Altri emittenti hanno recentemente annunciato iniziative per ridurre i costi. iShares (BlackRock) ha promosso una nuova gamma low-cost, la Core series, fatta di replicanti già esistenti, le cui fee saranno abbassate, e altri che saranno quotati sul mercato. Lyxor (Société Générale), invece, ha ridotto le commissioni di diversi prodotti, tra cui l’Euro cash, che in due mesi ha visto tre tagli, fino allo 0,065%. Se negli ultimi tempi, la corsa ai ribassi ha assunto le caratteristiche di un trend all’interno dell’industria, in passato c’erano già stati alcuni casi isolati, tra cui db x-tracker (gruppo Deutsche Bank) che, nel 2009, aveva azzerato il Ter (Total expense ratio) sul Dj Euro Stoxx 50.

L’Europa non è l’America
Come spiega Jose Garcia-Zarate, analista di Morningstar, la guerra dei prezzi si vede soprattutto nel segmento degli Etf più popolari e che seguono gli indici più comuni. Si tratta, generalmente, dei replicanti adatti ad occupare una posizione centrale nel portafoglio degli investitori. Un’accelerata in Europa si è avuta con la decisione di Vanguard, e in parte anche di Spdr (State Street Global advisors), di puntare con determinazione sull’Europa, offrendo i cosiddetti “staples Etf” a basso costo. “Questa strategia ha funzionato molto bene negli Stati Uniti”, spiega Garcia-Zarate, “dove c’è un’importante componente retail nel mercato e gran parte degli investitori opera attraverso le piattaforme di intermediazione online che sono molto economiche. Bisognerà vedere come andrà nel Vecchio continente, in quanto i retail sono ancora pochi e le reti di distribuzione sono dominate dalle banche”.

 

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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