Borse su, ma con qualche scossone

Secondo l’ultimo sondaggio condotto da Morningstar, l’estate può riservare qualche sorpresa sui mercati azionari, ma il trend di medio periodo rimane rialzista. L’Europa guadagna consensi, mentre gli Stati Uniti fanno i conti con la crisi dei subprime.

Sara Silano 18/07/2007 | 11:54
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I gestori non escludono una correzione estiva, ma sono ottimisti sul trend delle Borse nel medio periodo. Secondo il sondaggio, effettuato da Morningstar nella prima settimana di luglio, tra 24 delle principali case di investimento italiane ed estere che operano sul mercato nazionale, sono da mettere in conto una maggior volatilità e qualche scivolone per l’acuirsi della crisi del mercato subprime (mutui concessi alle persone meno abbienti), i livelli elevati delle quotazioni in Europa e la contrazione della liquidità nel sistema finanziario per effetto dei rialzi dei tassi di interesse.

Europa ancora protagonista

Secondo l

’83% dei gestori (erano il 78% a giugno), le Borse del Vecchio continente saliranno nei prossimi sei mesi, mentre per il 16,7% resteranno attorno agli attuali livelli. Le quotazioni sono sostenute dalla crescita economica che favorisce gli utili aziendali. I fund manager, tuttavia, mettono in guardia dalle valutazioni elevate e dalla possibilità che si esaurisca il fenomeno delle fusioni ed acquisizioni. La buona domanda interna, invece, dovrebbe compensare un possibile calo delle esportazioni dovuto al rallentamento americano. Considerazioni analoghe valgono per Piazza Affari, che si apprezzerà per l’80% degli intervistati (erano il 77,8% a giugno).

Usa: la crisi dei subprime non piace ma non spaventa

Nonostante le cattive notizie provenienti dal settore dei mutui subprime, Wall Street guadagna consensi per il quarto mese consecutivo. A luglio, i gestori che prevedono un rialzo nei prossimi sei mesi sono saliti al 70,8% contro il 65,3% di giugno. Per contro, sono rimasti stabili intorno al 4% i pessimisti. Gli Stati Uniti si trovano in uno scenario di “soft landing”, ossia di rallentamento economico che, tuttavia, molto probabilmente non si tradurrà in una recessione. Al contrario, alcuni gestori sono convinti di una ripresa nel secondo semestre, con sorprese positive sul fronte degli utili a fronte di valutazioni ragionevoli. La prudenza, però, è d’obbligo perché permangono diversi fattori di rischio, oltre l’immobiliare, le pressioni inflazionistiche e possibili delusioni dal punto di vista dei risultati aziendali.

Cambio di direzione su Tokyo

Dopo il calo di ottimismo dei mesi scorsi, la Borsa giapponese torna a guadagnare consensi. Per il 75% dei gestori salirà nel prossimo semestre (erano il 69,6% a giugno). Un altro 25% stima una stabilizzazione attorno agli attuali livelli. Il Paese prosegue nel lento cammino di uscita dalla deflazione: il tasso di disoccupazione è sceso a maggio per la prima volta da quasi un decennio, ma i salari crescono lentamente. Inoltre, come sottolinea Société Générale asset management, è probabile che la prospettiva di un aumento delle tasse sui consumi nel 2009 inneschi un’anticipazione della spesa il prossimo anno. A differenza di altri mercati, quello nipponico non può contare su fusioni ed acquisizioni e su dinamiche degli utili particolarmente favorevoli.

L’euro tiene testa al dollaro

Per il 52% dei gestori, il rapporto di cambio tra euro e dollaro si assesterà attorno agli attuali livelli nei prossimi sei mesi. Rispetto a giugno, è drasticamente scesa, dal 43,5 al 17,4% la percentuale di intervistati che prevede un apprezzamento del biglietto verde, mentre è rimasta stabile quella di chi è convinto che la moneta unica continuerà la corsa.

Bond ancora sopravvalutati?

I titoli di Stato americani sono sostenuti dagli acquisti degli investitori istituzionali e delle Banche centrali asiatiche, tuttavia hanno subito un aggiustamento dei prezzi negli ultimi mesi. Per il 66,7% dei gestori, i corsi rimarranno invariati nel prossimo semestre, mentre per il 29% scenderanno. Non sono chiare le future mosse della Federal Reserve, per cui un taglio dei tassi a inizio del nuovo anno non è sicuro. Per contro, i mercati scontano un ulteriore aumento dei saggi di riferimento al 4,25% da parte della Banca centrale europea (Bce). Quasi il 46% degli intervistati stima una diminuzione dei prezzi sul mercato obbligazionario del Vecchio continente, mentre il 54% è convinto che si aggireranno attorno agli attuali livelli.

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 5 e il 13 luglio, 24 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa l’80% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aberdeen AM, Aletti Gestielle, Alpi Sgr, Anima Sgr, Banca Fideuram, Bnl Gestioni Sgr, Bsi, Caam Sgr, Capitalgest Sgr, Dws Investments Italy, Eurizon Capital Sgr, Euromobiliare Sgr, Henderson, Investitori Sgr, Julius Baer Sgr, Mediolanum Gestioni, Mps Am, Pictet& Cie, Pioneer Im, Sella Gestioni Sgr, Sgam Italia Sim, Total Return Sgr, Union investment, Vontobel.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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