Piazza Affari resiste alle vendite internazionali

Calano le Borse mondiali, ad eccezione del Nasdaq e del listino milanese. Nonostante l’intensa attività di M&A, Wall Street si arresta sulla scia dei dati macro. E’ il listino nipponico quello peggiore.

Michela Muscio, 24/11/2006 | 19:00
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E’ stato il Nikkei a guidare i ribassi delle piazze mondiali. Su Tokyo che, in calo del 2,2%, è scivolata ai minimi degli ultimi due mesi, è pesato l'apprezzamento dello yen nei confronti del dollaro che ha penalizzato le società legate all’export come Honda. Inoltre sono stati deludenti i dati trimestrali di alcune società come Sumitomo Mitsui Financial Group, terza banca giapponese, e Japan Insurance.

Oltreoceano, nella settimana corta per festività, il Dow Jones si avvia a chiudere l’ottava in flessione dello 0,3% (a metà seduta di venerdì), mentre è positivo il Nasdaq, in rialzo dello 0,7%. A sostenere il listino tecnologico americano ha contribuito Dell che ha guadagnato il 10% nel giorno della pubblicazione dei dati trimestrali, risultati superiori grazie alle vendite di lap

top e alla crescita della quota di mercato in Cina e Europa. Le notizie positive sono giunte anche da Google, che ha sfondato la barriera dei 500 dollari.

Non sono bastate le operazioni di fusione e acquisizione a sostenere il listino delle blue chip statunitense. La società di private-equity Blackstone Group ha proposto di acquistare Equity Office Properties Trust per 19 miliardi di dollari, spingendo le azioni in rialzo del 7%, mentre tra i bancari Bank of America ha annunciato un accordo per rilevare U.S. Trust Corp, la divisione private banking di Charles Schwab. Protagonista a Wall Street è stato anche il Nasdaq Stock Market che ha fatto un'offerta, poi respinta perché ritenuta insufficiente, sul London Stock Exchange.

A penalizzare i listini americani è stata la pubblicazione degli indicatori macro poco confortante. In particolare il dato sulla fiducia dei consumatori elaborato dall'Università del Michigan si è rilevato sotto le attese.

Nel Vecchio Continente, Londra e Parigi sono scese rispettivamente dell’1,34% e 1%, mentre il Dax tedesco ha chiuso l’ottava in leggero calo (-0,1%). Quest’ultimo ha beneficiato della pubblicazione dell’indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese tedesche, cresciuto ben oltre le previsioni. La piazza francese è stata penalizzata dai risultati contrastanti di Crédit Agricole e dal calo oltre le attese dell'utile operativo del canale televisivo francese TF1. Londra invece ha risentito dell’acquisizione, accolta male dal mercato, di una quota di circa il 18% del gruppo ITV da parte della rivale BSkyB.

A Piazza Affari l’S&P/Mib e il Mibtel hanno resistito all’ondata di vendite che ha colpito i listini internazionali, chiudendo invariati. Gli occhi degli investitori si sono rivolti verso Telecom Italia e Pirelli, sulla scia dell'interesse mostrato dal fondo di private-equity Blackstone verso la società di telefonia. Sotto i riflettori anche Alitalia in vista di una possibile accordo con Air France. La stampa francese inoltre ha ipotizzato un'Offerta pubblica d’acquisto (Opa) da parte di Saipem sull'azienda d'Oltralpe Technip.

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