Siamo piuttosto positivi sulle potenzialità complessive del mercato. Gli advisor del nostro fondo Vitruvius Europea equtiy, che sono Crispin Odey e Hugh Hendry della Odey asset management e Stuart Mitchell di JO Hambro, hanno visioni differenti, ma tutti ritengono ci siano settori e società interessanti.
Le valutazioni sono attraenti, soprattutto se confrontate con quelle americane, gli utili sono in
ripresa e il sentiment sta migliorando. L’economia del Regno Unito è in rapida crescita, tanto che la Banca centrale inglese ha cominciato ad alzare i tassi di interesse per evitare un surriscaldamento. Nell’Europa continentale, i bilanci delle società sono più solidi e la produttività è in aumento per far fronte alle pressioni derivanti dall’apprezzamento della moneta unica. La maggior parte dei governi sono disponibili a fare le riforme e sostenere la crescita. In questo contesto, una potenziale riduzione del tasso di interesse da parte della Banca centrale europea (Bce) per frenare l’apprezzamento del dollaro potrebbe essere la fiamma che fa scattare il rally.
Ha parlato di visioni differenti dei vostri advisor. In cosa consistono le divergenze?
Odey e Hendry sono più pessimisti perché sono preoccupati del doppio deficit americano, pubblico e commerciale. Considerano, quindi, l’attuale trend come il tipico “rally di un mercato Orso”, trainato da politiche economiche aggressive e accomodanti, specie negli Stati Uniti. Tuttavia, ritengono che si possano trovare settori e titoli interessanti tra i ciclici e combinano questo approccio con uno più difensivo.
Mitchell, invece, è abbastanza ottimista, perché vede miglioramenti nella situazione aziendale. La graduale ripresa mondiale, i tagli ai costi e l’aumento della spesa per investimenti spingono gli utili e rendono le valutazioni dei titoli molto attraenti.
Quali sono le preferenze in termini di settori e titoli?
I nostri advisor di Odey asset management sono sovrappesati sui titoli delle materie prime per via della forte domanda dei Paesi in via di sviluppo, soprattutto Cina e India, e per l’attesa di inflazione legata alle politiche espansive delle banche centrali. Recentemente, hanno accresciuto l’esposizione nei confronti di diverse società minerarie (Lonmin, Bhp Billiton, Rio Tinto) ed energetiche (Eni, Saipem e Repsol). Invece, l’esposizione verso telecom e media è bilanciata con titoli più difensivi del settore dei consumi non ciclici (Autostrade To-Mi e Imperial Tabacco).
Mitchell ritiene interessanti le società che sono state colpite dal ribasso degli anni scorsi, ma hanno un forte potenziale di crescita in relazione alla ripresa economica, perché il loro modello di business è solido e sono leader nei settori di appartenenza. In particolare, è investito in titoli dei media e delle telecom (T-Online, Software Ag, Cap Gemini e Publicis), che ritiene abbiano prezzi attraenti. Valuta interessanti anche società appartenenti a comparti ciclici, come Daimler Chrysler, Abb, Assa Abloy e Corus, oltre a alcuni difensivi, tra cui Punch Taverns, Carrefour, Pernod-Ricard e Sainsbury.
Non si può parlare di mercati azionari senza considerare l’euro. Pensate che la moneta unica continuerà ad essere forte contro il dollaro?
Riteniamo che gran parte della correzione sia avvenuta e l’aumento della volatilità sul mercato dei cambi supporta questa visione, ma ci attendiamo nuovi massimi prima di un’inversione di tendenza. Le recenti dichiarazione del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, lasciano intendere che la banca centrale potrebbe avere un atteggiamento più attivo se l’euro dovesse apprezzarsi ulteriormente, ma questa azione sarà presa in considerazione solo se ci sarà un crollo del biglietto verde. Un taglio a sorpresa da parte della Bce, potrebbe dare il colpo finale.
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