In un momento in cui il prezzo spot dell’oro sembra proprio non volersi fermare – attualmente siamo attorno ai 2.660 dollari all’oncia, un livello mai toccato prima – alcuni investitori cominciano a chiedersi se sia più saggio cominciare a guardare all’altro grande (seppur spesso dimenticato) metallo prezioso: l’argento.
Il valore dei due metalli è da sempre interconnesso: già nell’antica Roma il prezzo dell’argento era una frazione stabilità di quello dell’oro, con il rapporto che veniva periodicamente rivisto. Oggi, il prezzo dell’argento non è ancorato ufficialmente a quello dell’oro, ma viene stabilito dai mercati internazionali. Tuttavia, questa correlazione è ancora presente, con l’argento che spesso si comporta da “moltiplicatore” dei movimenti del suo “fratello maggiore”.
Infatti, i momenti rialzisti e ribassisti per questi due metalli si verificano di solito simultaneamente: l’argento tende a seguire l’oro all'inizio, ma spesso finisce per sovraperformarlo durante l'intero periodo rialzista. E infatti da inizio anno il valore spot dell’argento è cresciuto del 32%, contro il 27% dell’oro (in euro), un risultato dovuto soprattutto ai forti rimbalzi di agosto a settembre.
“Negli ultimi mesi si è parlato molto della performance dell’oro, che ha registrato un incremento maggiore di quello delle principali asset class e ha raggiunto nuovi massimi storici. Si è parlato meno dell'aumento del rimbalzo dell'argento, ma è proprio l'argento che a nostro avviso offre le migliori opportunità”, afferma Chris Mahoney, gestore del Jupiter Gold & Silver Fund, in una nota del 17 settembre.
Sebbene anche l'argento sia una riserva di valore riconosciuta, non è il metallo preferito dalle banche centrali (che hanno fatto incetta di oro). Tuttavia, esso possiede molte più proprietà per fini industriali. In particolare, l'argento è un metallo al centro della transizione energetica. Con il passaggio dagli idrocarburi all'energia elettrica, cresce la domanda di circuiti, interruttori e motori, che utilizzano tutti l'argento. Questa domanda è prevista in espansione con l'aumento dei veicoli elettrici e dei data center di intelligenza artificiale.
L'uso finale più significativo dell'argento è nei pannelli solari, ognuno dei quali necessita di 10-20 grammi di argento per kilowatt. Secondo BloombergNEF quest'anno saranno costruiti 592 gigawatt di unità fotovoltaiche, che richiederanno circa 250 milioni di once d'argento, pari al 30% dell'offerta mondiale. La domanda è in rapida crescita, con un aumento del 67% delle installazioni fotovoltaiche solo tra il 2022 e il 2023.
Di seguito i principali ETC (exchange-traded commodity) sull’argento fisico disponibili agli investitori italiani.
Argento vicino al livello di resistenza
“A nostro avviso, l'argento è un investimento molto interessante al prezzo attuale. A differenza dell’oro, l’argento è ancora lontano dal suo massimo storico. Mentre l’oro ha meno dell’1% di potenziale di aumento rispetto al suo massimo, l’avanzamento dell’argento verso il suo massimo storico porterebbe a un rally del 72%”, prosegue Mahoney.
Le dinamiche di domanda e offerta dell’argento portano il gestore di Jupiter a essere ottimista su questo metallo, che è tra i migliori conduttori elettrici e termici. “Il mercato dell’argento è estremamente stretto e, secondo le stime del Silver Institute, nel 2024 ci sarà un deficit globale di argento di 215 milioni di once”, spiega ancora Mahoney.
“L’argento è un metallo essenziale per molti prodotti e le sue proprietà uniche lo rendono spesso insostituibile. Questo, unitamente al fatto che viene utilizzato in quantità relativamente piccole (cioè è una componente chiave ma ne viene impiegato poco per volta), significa che il lato della domanda comprende acquirenti poco sensibili all’oscillazione dei prezzi.”
“Il livello di 32-32,50 dollari l’oncia costituisce una resistenza fortissima che già aveva fermato il rialzo in due occasioni nel maggio scorso”, spiega Maurizio Mazziero, analista finanziario ed esperto di materie prime, in un’intervista rilasciata a Morningstar. “Se il buon momento continuerà per l’oro sarà probabile che anche l’argento possa superare questa soglia e dirigersi verso i massimi del 2012 a 35 dollari l’oncia. In alternativa, se la barriera di 32 dollari dovesse tenere, le prese di profitto spingerebbero nuovamente i prezzi verso 28 e, forse, 26 dollari, da dove potrà ricominciare un recupero”. Attualmente, l’argento è quotato a 31,5 dollari l’oncia.
Mazziero, comunque, ricorda anche che "il metallo bianco presenta una volatilità maggiore rispetto all'oro, specie nelle fasi di discesa".
La regola del Gold Silver Ratio
Una delle misure che aiuta gli investitori nelle loro scelte è il rapporto oro/argento (Gold Silver Ratio in inglese), un semplice calcolo che ci dice quante once d'argento sono necessarie per acquistare un'oncia d'oro. Logicamente, più il rapporto è basso, più l'argento è costoso rispetto all'oro. Al contrario, un rapporto storicamente alto potrebbe indicare una sottovalutazione dell’argento rispetto al metallo giallo.
Attualmente questo rapporto è circa pari a 83. Cioè, un’oncia d’oro compra 83 once d’argento. Per contestualizzare, nel corso degli ultimi 30 anni, tale rapporto ha avuto una media tra i 55 e i 60 punti, con un picco di 123 allo scoppio della pandemia di coronavirus – poiché molti investitori cercarono allora rifugio nell'oro – e un minimo di 32 nell’aprile del 2011. In linea generale, il Gold Silver Ratio è considerato alto con un valore superiore a 80.
Ovviamente, sarebbe sbagliato comprare o vendere argento esclusivamente sulla base di questo rapporto, anche il contesto economico globale e le aspettative sui tassi d’interesse reali influenzano molto il valore dei metalli preziosi. Tuttavia, può essere una buona base di partenza.
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