Perché gli investitori devono continuare a pensare globale

Il Covid-19 non ha fermato l’internazionalizzazione delle aziende. Su 49 mercati monitorati da Morningstar, 29 sono diventati ancora più aperti nel 2020. Nella maggior parte dei casi, gli indici azionari non hanno rappresentano le economie domestiche neppure in tempi di lockdown.

Sara Silano 04/08/2021 | 17:20
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Mappamondo

Nell’anno della pandemia di Covid-19, Apple, la più grande società quotata al mondo, ha ottenuto circa il 40% dei ricavi negli Stati Uniti e il 60% nel resto del mondo. I dati, contenuti nel rapporto 10-K consegnato alla Securities and Exchange commission (Sec) lo scorso ottobre, alla fine dell’anno fiscale della società, sono sostanzialmente simili a quelli del 2019. In particolare, il leggero calo del fatturato in Cina e Giappone è stato compensato dalla crescita in Europa e nel resto del mondo. Altri giganti del web, come Facebook e Alphabet (Google), fanno affari soprattutto fuori dall’America, mentre Amazon, a sorpresa, deriva il 70% del fatturato dal mercato domestico.

La globalizzazione non è al capolinea
Le aziende tecnologiche, così come quelle farmaceutiche, tendono ad avere dimensioni sovranazionali, mentre altre come le utility, le telecomunicazioni e i servizi finanziari hanno natura più domestica. Tuttavia, l’era della globalizzazione non sembra giunta al capolinea a causa del Covid-19. Un’analisi Morningstar su 49 mercati mondiali, realizzata utilizzando gli indici azionari-paese proprietari, ha mostrato che 29 sono diventati ancora più aperti nel 2020 e “solo” 13 più focalizzati sulla domanda interna.

“Quasi tutti i mercati asiatici hanno assunto una dimensione più internazionale nel 2020, nonostante i lockdown causati dal coronavirus”, afferma Dan Lefkovitz, strategist di Morningstar Indexes. “L’indice Morningstar U.S. market ha ottenuto il 63% dei ricavi negli Stati Uniti sia nel 2019 sia l’anno successivo, per cui non ha subito cambiamenti durante la pandemia”. Come si vede nella mappa qui sotto, le aziende italiane hanno aumentato il fatturato all’estero nel 2020, così come quelle di molti altri paesi europei, tra cui la Francia, la Germania e la Spagna. Il Regno Unito, per contro, è diventato più domestico, probabilmente per gli effetti di Brexit, ma continua ad avere la più larga parte del giro d’affari in altre regioni e solo il 27% nell’isola.

La mappa dei ricavi delle aziende negli indici azionari Morningstar nel 2020

Atlante dei ricavi globali delle multinazionali

Fonte: Morningstar Direct. Dati al 30 aprile 2021. Il colore blu intenso indica i paesi con un fatturato più domestico. I numeri mostrano la percentuale di ricavi interni. I colori verde (meno domestico), rosso (più domestico) e nero (nessun cambiamento) mostrano le variazioni rispetto al 2019.

Le Borse non sono barometri dell’economia locale
“Una delle grandi lezioni del 2020 è che l’economia dei singoli paesi e i mercati possono muoversi in direzioni opposte”, spiega Lefkovitz. “Nonostante gli indici azionari siano spesso indicati come barometri della salute economica di una nazione, i loro panieri sono costituiti da aziende che sono influenzate da molti fattori, interni ed esterni, macro e micro”.

La Borsa francese è un caso emblematico. Solo il 18% dei ricavi è ottenuto internamente. La prima società per dimensioni del paniere d’oltralpe, Luis Vuitton Moet Hennessey deriva più di un terzo del fatturato dall’Asia e circa un quarto dagli Stati Uniti. Il secondo maggior titolo, Sanofi, ha dichiarato che l’America è il suo mercato di sbocco principale.

Il mondo in tasca
“I dati societari del 2020 non supportano la tesi che la globalizzazione sia in declino”, conclude Lefkovitz. “Per gli investitori, è fondamentale continuare a pensare ‘globale’”. Questo non significa che la diversificazione geografica non abbia più senso. E’ vero, i mercati azionari sono diventati più correlati, ma in ciascuno di essi si possono trovare aziende domestiche di eccellenza, che possono aggiungere valore al portafoglio. Se si acquista un fondo azionario Usa pensando di avere il mondo in tasca, si potrebbe rimanere delusi.

L’articolo è stato pubblicato la prima volta su Focus Risparmio il 29 giugno 2021.

 

 

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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