Sinopharm è il più grande distributore di farmaci in Cina (business che conta per il 79% del suo giro d’affari complessivo), ha recentemente acquisito anche un'attività di distribuzione di dispositivi medici, che ora rappresenta il 16% del fatturato e possiede la più grande catena di farmacie al dettaglio in Cina.
Sinopharm più forte grazie al consolidamento del settore
Gli analisti di Morningstar riconoscono al gruppo un Economic moat nella misura di medio per via di un vantaggio di costo rispetto ai competitor (costruito sull’ampiezza della sua rete di distribuzione) e del forte potere contrattuale che riesce ad esercitare nei confronti dei clienti. “Sinopharm è l’unico operatore del settore il cui network si estende per tutta la nazione. Inoltre, grazie ai suoi centri di stoccaggio, riesce a gestire il business a costi più bassi rispetto a quelli dei competitor”, dice Jay Lee, analista azionario di Morningstar. “Sinopharm è una società controllata dallo stato ed è ben posizionata per approfittare del consolidamento nell’industria della distribuzione dei farmaci voluta dal Governo, che nei prossimi 5/10 anni intende concentrare l’intero mercato nelle mani dei primi tre operatori nazionali. Recentemente il settore è cresciuto più velocemente del Pil e ci aspettiamo che in futuro si espanda ancora più rapidamente per effetto dell’urbanizzazione del paese, del progressivo invecchiamento della popolazione e dell’aumento della classe media. Il segmento della catena di farmacie è quello che presenta i margini di profitto più bassi, ma ha un'importanza strategica nel lungo periodo dato che le farmacie e le piattaforme online sono destinate in Cina a sostituire gli ospedali come principale distributore di farmaci”.
Gli analisti prevedono per i prossimi cinque anni una crescita media dei ricavi del 7,6% e un margine operativo inferiore al 3%. Il titolo ha ceduto quasi il 40% da inizio anno (al 24/07/2020 in euro) e ora è scontato del 37% rispetto al fair value di 29,5 dollari di Hong Kong (report aggiornato al 5 maggio 2020).
Il mercato sconta ipotesi troppo pessimistiche per Cina Shenhua
Cina Shenhua è il più grande produttore di carbone in Cina (il secondo al mondo) e gli analisti di Morningstar gli riconoscono un Economic moat nella misura di medio per via dell’integrazione dell’attività del carbone con la sua rete di infrastrutture portuali e ferroviarie che gli garantisce una posizione di vantaggio che i competitor non sono in grado di colmare. “Oltre il 60% del carbone cinese deve viaggiare su rotaia, ma la limitata disponibilità di reti ferroviarie fa lievitare i costi per gli operatori del settore e spiega la maggiore profittabilità di Cina Shenhua rispetto alla concorrenza. Inoltre, la compagnia mineraria vende carbone termico alle grandi centrali elettriche cinesi attraverso contratti a lungo termine, cosa che gli assicura una forte stabilità ai suoi ricavi”, dice Jennifer Song, analista di Morningstar.
“Negli ultimi 12 mesi il titolo ha ceduto oltre il 10% (in euro al 24/07/2020) anche a seguito dei deludenti conti dell’azienda. Nel primo trimestre Shenhua ha registrato un calo degli utili del 15% a causa del negativo impatto che il Covid-19 ha avuto sul consumo di energia elettrica e di conseguenza sulla domanda di carbone e sul prezzo della materia prima. Le nostre previsioni sono per una contrazione degli utili dell’8% nel 2020, ma crediamo che il mercato sia troppo pessimista sul futuro dell’azienda. Al momento il titolo è scambiato a multipli vicini ai minimi storici raggiunti quando il prezzo del carbone quotava sotto il costo marginale di produzione, cioè in una condizione di mercato ben peggiore rispetto a quella attuale. Non va dimenticato poi che, oltre ad essere scontate del 15% rispetto al fair value di 18,30 dollari di Hong Kong (report aggiornato al 26 aprile 2020), le azioni della compagnia mineraria offrono al momento un dividend yield del 10%”.
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