La cannabis quotata a Wall Street

Morningstar avvia la copertura di cinque società attive nella produzione e vendita di canapa per uso ricreazionale e medico. Ecco le società a cui guardare se si cerca esposizione sul settore.

Francesco Lavecchia 16/07/2019 | 14:45
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La canadese Canopy Growth coltiva cannabis e vende prodotti derivati principalmente sul mercato domestico. Dopo aver iniziato con la produzione destinata al mercato delle cure mediche, in seguito alla legalizzazione della marijuana in Canada nel 2018 l’azienda ha spostato il suo focus sul segmento recreational, che ora pesa per il 70% sul suo fatturato.

Crescita media del 60% per Canopy Growth 
Canopy esporta anche all’estero, dove è in crescita la domanda di cannabis a uso medico. Inoltre, ha raggiunto un deal per l’acquisizione di un produttore statunitense (Acreage Holdings) che le permetterà di entrare negli Usa che si stanno aprendo progressivamente alla legalizzazione. L’azienda sta inoltre valutando la possibilità di espandere la propria produzione in paesi come Colombia e Lesotho in modo da ridurre il costo della manodopera e rimanere competitiva sul mercato. Gli analisti prevedono per i prossimi cinque anni una crescita media dei ricavi del 60% e stimano un fair value pari a 54 dollari (report aggiornato al 3 luglio 2019).

Aurora Cannabis paga la scarsa esposizione agli Usa 
Aurora Cannabis produce e vende cannabis in Canada ed esporta prodotti a fini terapeutici in 20 paesi del mondo. Diversamente da molti dei suoi competitor, l’azienda canadese non ha in programma di finalizzare nessuna acquisizione negli Usa e non ha concluso neanche accordi di partnership con società nel settore farmaceutico o del tabacco. Queste scelte non le permetteranno di beneficiare degli attesi cambiamenti legislativi in molti Stati degli Usa, che dovrebbero aprire le porte alla legalizzazione della cannabis per uso ricreativo facendo diventare gli Stati Uniti il primo mercato mondiale della canapa.

L’unica opzione per Aurora di continuare a mantenere un’elevata redditività del capitale è diventare uno dei maggiori produttori a basso costo e per questo l’azienda ha deciso di espandere la propria produzione in Danimarca, Portogallo e Uruguay. Gli analisti di Morningstar si aspettano per i prossimi 10 anni una crescita media dei volumi del 41% e del 2% dei prezzi, e un margine operativo attorno al 35%. Sulla base di queste ipotesi la stima del fair value è pari a 10 dollari (report aggiornato al 27 giugno 2019).

Tilray esporta in 13 paesi nel mondo 
Tilray produce cannabis ed esporta i suoi prodotti per uso medico in 13 paesi nel mondo. Come tutti gli altri competitor del paese nordamericano, l’azienda ha spostato il focus della sua attività dai prodotti destinati ai fini terapeutici a quelli per fine ricreativo (che ora conta per i due terzi del fatturato) dopo la legalizzazione in Canada. Tilray ha deciso di espandere la sua produzione in Portogallo, al fine di ridurre i costi della manodopera e rimanere competitiva con gli altri produttori canadesi, e ha stretto dei rapporti di partnership con AB InBev per lo sviluppo di bevande a base di cannabis e con Authentic Brands Group per la vendita di prodotti a base di cannabinoide (principio attivo che ha proprietà antidolorifiche, di contrasto di sintomi ansiogeni ed energetiche) che le garantiscono un’esposizione al mercato statunitense in attesa della legalizzazione per uso ricreativo.

Gli analisti si aspettano nei prossimi dieci anni una crescita media dei volumi di produzione del 24% e del 4% del prezzo e un margine operativo attorno al 30%. Sulla base di queste ipotesi la stima del fair value è pari a 40 dollari (report aggiornato al 27 giugno 2019).

A Cronos piace l'Europa  
Cronos è un produttore canadese di cannabis. Dalla legalizzazione in Canada l’azienda non pubblica più i dati relativi alle ripartizione delle vendite tra uso ricreativo e medico, ma gli analisti stimano che il primo rappresenti ora una percentuale dei ricavi compresa tra il 50% e il 70%. Il consumo per fini terapeutici è in calo in Canada, ma Cronos può contare sulla crescita dell’export in Europa. Al momento i principali sbocchi sono in Germania e Polonia, ma l’azienda canadese sta cercando di entrare anche nei mercati dell’America latina, dell’Australia e di Israele attraverso accordi di joint venture con altre società. Diversamente da altri competitor, Cronos non ha nessuna esposizione reale a quello che potenzialmente è il principale mercato di cannabis al mondo, gli Stati Uniti. 

Gli analisti si aspettano per i prossimi 10 anni una crescita media dei volumi di vendita del 31% e del 3% dei prezzi. Mentre il margine operativo dovrebbe salire attorno al 35% entro il 2028. Sulla base di queste ipotesi la stima del fair value è pari a 11 dollari (report aggiornato al 27 giugno 2019).

Curaleaf punta tutto sugli Usa 
Curaleaf offre agli investitori piena esposizione al mercato statunitense per effetto della sua presenza in 15 Stati del paese. A differenza dei produttori canadesi, il gruppo è integrato verticalmente grazie ai suoi 12 siti di coltivazione, 19 siti di lavorazione e 44 punti vendita.

Curaleaf si è concentrata principalmente sul mercato della cannabis per uso medico, ma grazie a una nuova acquisizione nel 2019 ha allargato la sua esposizione anche a quello ricreativo. A differenza dei maggiori produttori canadesi, Curaleaf non opera a livello internazionale e ciò la mette in una posizione di svantaggio rispetto ai competitor. Gli analisti stimano per i prossimi dieci anni una crescita media del fatturato del 36% e un margine Ebit in progressiva espansione fino al 32%. Sulla base di queste ipotesi la stima del fair value è pari a 10,50 dollari (report aggiornato al 27 giugno 2019).

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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