Diversificare il portafoglio è necessario. Farlo stando attenti al rischio dei tassi di cambio è meglio. A volte chi investe in titoli denominati in valuta estera decide consapevolmente di puntare sul suo apprezzamento al fine di ottenere un guadagno aggiuntivo, tuttavia i numeri dimostrano che il gioco non vale la candela: in alcuni periodi il rischio è premiato da una performance più elevata, mentre in altri il deprezzamento delle valute erode l’extra-rendimento.
L’hedging migliora il profilo rischio-rendimento
Mettendo a confronto l’indice obbligazionario FTSE World Global Bond Index (in euro) con il suo analogo coperto (o hedggiato, come dice qualcuno) rispetto alla variazione dei tassi di cambio si nota come su intervalli temporali di lungo periodo la differenza in termini di rendimento non sia significativa (100 punti base su tre anni e poco più di 150 pb su cinque anni) e che a fronte di questa esigua sovraperformance il benchmark senza hedge abbia una volatilità molto più pronunciata (due volte più grande su cinque anni; quasi tre volte su 10 anni, Figura 1).
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