L’appetito per il debito emergente rischia di trasformarsi in un mal di pancia? I dati sui flussi di gennaio dei fondi a livello europeo hanno mostrato che gli investitori sono in modalità risk on con una certa preferenza per i mercati emergenti. Compresi quelli del reddito fisso.
Sul debito delle aree in via di sviluppo, tuttavia, gli analisti di Morningstar consigliano di muoversi con selettività. “Gli spread nei mercati emergenti sono scesi costantemente nel corso del 2017. Segno che gli investitori sono disposti ad accettare rendimenti più bassi pur di investire in questo tipo di asset”, spiega Dan Kemp, Chief investment officer Emea di Morningstar Investment Management (MIM). Tutto questo soprende se si considera che l’elezione di Trump, secondo l’opinione comune, avrebbe dovuto far aumentare i differenziali a causa dell’incertezza riguardo agli effetti che avrebbero avuto le sue politiche protezionistiche sulle economie in via di sviluppo. “In questo senso, l’investimento non è più attraente come una volta, anche se continua a offrire rendimenti interessanti rispetto ai rischi”, dice Kemp. “Soprattutto se messi a confronto con quelli dei titoli dei paesi sviluppati”.
Le occasioni di investimento sui mercati emergenti sono diverse. “Noi vediamo le migliori opportunità nel debito dei paesi in via di sviluppo in valuta locale”, spiega il Cio di MIM. “Tuttavia la selezione dei paesi e della divisa resta un elemento cruciale. La carta in hard currency ha valutazioni ragionevoli, ma i rendimenti sono meno interessanti rispetto a quelli che ha offerto in passato”.
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