Industria dei fondi: nel 2016 più asset, ma meno raccolta

MORNINGSTAR ASSET FLOW REPORT. Il patrimonio europeo del gestito ha superato i 6.800 miliardi di euro. Riscatti sugli azionari. La maggior parte dei flussi va verso gli obbligazionari.  

Sara Silano e Matias Möttölä 30/01/2017 | 09:29
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Per l’industria europea dei fondi, il 2016 è stato più magro del biennio precedente. Secondo l’ultimo Morningstar asset flow report, i flussi netti nei prodotti a lungo termine (esclusi i monetari) sono stati pari a 75,1 miliardi di euro, contro i 302 e i 411 rispettivamente del 2015 e del 2014. Il patrimonio complessivo, tuttavia, è cresciuto del 5% nei dodici mesi, superando i 6.800 miliardi.

Flussi netti per macro-categorie Morningstar 2016

Alcune attività finanziarie hanno sofferto di più; altre di meno. I fondi azionari hanno subito riscatti per 76,1 miliardi, il peggior risultato dal 2008. Le masse gestite, però, sono aumentate grazie all’andamento dei mercati: l’Msci World è salito del 10,7% in euro nei dodici mesi. Sono diverse le ragioni che hanno spinto gli investitori fuori dall’equity, dai timori di un rallentamento dell’economia globale, ai rischi geopolitici, primo fra tutti l’inatteso voto degli inglesi favorevoli all’uscita dall’Unione europea (Brexit). Negli ultimi due mesi del 2016, c’è stata un’inversione di rotta, per effetto dell’euforia generata in Borsa dalla vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane, ma è presto per dire se sarà duratura.

Emergenti e breve termine
I maggiori flussi di capitali si sono diretti verso il reddito fisso, (+81,1 miliardi). In un contesto di tassi di interesse bassi e negativi per i titoli di stato, gli investitori hanno cercato il rendimento negli strumenti più rischiosi come il debito emergente. Tuttavia, hanno anche utilizzato gli obbligazionari a breve termine nelle fasi di maggiori incertezza. 13,3 miliardi sono entrati nella categoria Euro diversified bond – short term e altri 7,2 negli Ultra – short term.

Categorie Morningstar con i più alti flussi netti 2016

L’avversione al rischio ha portato investimenti nei monetari, che hanno chiuso l’anno con un saldo positivo di 111,7 miliardi, il livello più alto da quando Morningstar raccoglie tali dati.

Bilanciati e alternativi in ritirata
La classe di attività che ha subito il più ampio ridimensionamento della raccolta è quella dei bilanciati. Nel 2015 era stata protagonista sul mercato europeo con 148 miliardi di flussi netti, nel 2016 ha chiuso con un magro +30,6. La migliore categoria è stata quella Euro moderate allocation – global, grazie soprattutto alla popolarità di Nordea-1 Stable Return, che da solo ha raccolto 10,6 miliardi (è ora in soft closure).

E’ stato un anno in tono minore anche per gli alternativi: nel 2015 avevano raccolto 78 miliardi, un anno dopo 38,6. Si sono messi in luce soprattutto i multi-strategy, che hanno proseguito il trend positivo che dura da settembre 2014. I maggiori beneficiari sono stati Invesco, Aviva e JPMorgan.

Fuori dall’Europa
Tra le categorie più colpite dai deflussi figurano gli azionari Europa (-19,5 miliardi), penalizzati dall’incertezza politica ed economica ed in particolare dal referendum inglese per l’uscita dall’Unione. Nel 2016, i riscatti hanno colpito anche l’equity sul Giappone e gli high yield in dollari. Tuttavia nell’ultimo trimestre, queste due categorie hanno dato segnali di ripresa, che potrebbero indicare una maggior fiducia sulle prospettive future.

Categorie Morningstar con i maggiori deflussi 2016

Fondi a scadenza
Un capitolo a parte riguarda gli obbligazionari a cedola e scadenza, che sono tra le categorie con la raccolta più alta (+8,8 miliardi). L’Italia ha giocato un ruolo da protagonista in questo risultato, dal momento che nel 2016 sono stati lanciati una cinquantina di comparti fixed term, con flussi netti per quasi 5 miliardi.

Eurizon Capital prima in Europa
Questa tipologia di investimenti, insieme ai bilanciati a scadenza hanno permesso ad Eurizon Capital di conquistare il primo posto per la raccolta all’interno dell’industria europea. Morningstar ha stimato flussi netti per 13,4 miliardi nel 2016, di cui 5,2 miliardi negli allocation fixed term. Nel 2015, il saldo era stato positivo per 20 miliardi e la società del gruppo Intesa Sanpaolo si era collocata al secondo posto in Europa dietro BlackRock.

Flussi netti per sgr europee 2016

Nell’ultimo anno, la partita per la conquista della prima posizione si è giocata tra Eurizon Capital e Nordea, con quest’ultima rimasta indietro a causa degli elevati riscatti netti (-3,4 miliardi) nell’ultimo trimestre. Come il 2015, anche il 2016 è stato un anno da dimenticare per Franklin Templeton, M&G e Aberdeen. Ma anche BlackRock ha terminato l’anno con sottoscrizioni nette negative, causate prevalentemente dalle uscite dal fondo Global allocation. Ha invertito il trend, infine, Standard Life Investments, penalizzata dalla caduta di popolarità della strategia Global absolute return.

Deflussi netti sgr europee 2016

Fondi italiani, in luce BancoPosta
Se restringiamo lo sguardo ai soli fondi di diritto italiano, la società che ha raccolto di più, secondo le stime di Morningstar, è BancoPosta Fondi (1,6 miliardi), seguita da Eurizon Capital (1,5 solo sui comparti domiciliati in Italia, a cui va aggiunto il dato della gamma lussemburghese EasyFund). Tra le prime cinque case di gestione c’è anche Etica Sgr (+712 milioni fluiti nei suo comparti che sono tutti socialmente responsabili).

SGR italiane: flussi netti nel 2016

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Sara Silano e Matias Möttölä  Sara Silano è caporedattore di Morningstar in Italia. Matias Möttölä è fund analyst di Morningstar EMEA.

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