Titoli sedentari

Più le azioni stanno in portafoglio, più diventano sicure, permettendo di raggiungere i propri obiettivi di investimento. Ecco i suggerimenti di Morningstar.

Marco Caprotti 25/02/2014 | 14:51
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Punti chiave
-Nel lungo periodo le azioni sono una scelta più sicura di cash e bond.

-Un portafoglio tutto equity è consigliato solo ai forti di cuore.

-Attenzione a vantaggio competitivo (Economic moat) e dividendi.

Sarà anche un’asset class volatile, ma l’equity resta una delle scelte di portafoglio più sicure. Almeno nel lungo periodo. A dirlo è uno studio firmato da David Blanchett, uno dei responsabili della ricerca di Morningstar Investment Management (Mim, società di Morningstar che offre servizi di consulenza agli investimenti per la clientela istituzionale). “Gli investitori pensano che le azioni siano uno strumento molto volatile. E in parte hanno ragione”, spiega Blanchett. “Prendiamo, ad esempio, il 2008: è stato un anno nero per l’equity. Ma noi abbiamo deciso di allargare un po’ la nostra prospettiva e ci siamo accorti che in questo modo le cose cambiano”. 

Uno sguardo al passato per capire il futuro
Il report prende in considerazione 20 paesi differenti e orizzonti temporali che vanno da uno a 20 anni. Tutto questo viene messo in relazione a diversi livelli di tolleranza al rischio (dai più prudenti a quelli più speculativi). “Abbiamo scoperto che, più a lungo si tiene un titolo in portafoglio, più sicuro diventa. In un orizzonte temporale di 10 e 20 anni diventa un asset più solido rispetto, ad esempio, a strumenti considerati porti sicuri come quelli valutari o obbligazionari”.

Resta da capire se i risultati dello studio sono validi solo per il passato o possono essere utilizzati anche per i prossimi decenni. “Quando parliamo di investimenti dobbiamo sempre sottolineare che il passato non è mai una garanzia per quanto riguarda i rendimenti futuri. Detto questo, possiamo comunque aggiungere che ci può dare una prospettiva sugli eventi futuri”, dice Blanchett. “Noi crediamo che questo sia un buon momento per avere in portafoglio delle azioni. Soprattutto alla luce dei rendimenti delle obbligazioni che, in alcuni casi sono dello 0%. Per gli investitori che hanno obiettivi di lungo periodo, l’equity è una scelta che oggi ha molto più senso”.

A ognuno il suo portafoglio
Le implicazioni sono importanti. In base a questo ragionamento, ad esempio, chi ha una buona tolleranza al rischio nel breve periodo si troverà meglio con un portafoglio quasi interamente esposto alle azioni piuttosto che con uno più bilanciato. “In questo caso si parte dal ragionamento che, più tempo si ha disposizione per investire, più si può essere aggressivi”, dice l’analista di Mim. “Ma l’elemento più importante da considerare è quello comportamentale. Bisogna cioè capire se e quanto ci si senta tranquilli ad avere un’azione in portafoglio per un determinato periodo di tempo. Chi, nel 2008, è andato nel panico e ha venduto tutte le sue azioni, allora non è fatto per avere un portafoglio aggressivo. Al contrario, un investitore che può sopportare gli alti e bassi del mercato senza sudare freddo può abbracciare l’idea di essere esposto all’equity. Anche per molto tempo”. Una strategia di questo tipo ha comunque bisogno di alcuni sistemi di sicurezza. “Il più importante è quello di avere del capitale da parte - o un’entrata fissa – alla quale si possa far ricorso senza toccare il portafoglio titoli se si ha bisogno di liquidità”, dice Blanchett.

Moat e cedola
Per quanto riguarda la tipologia di titoli da avare in portafoglio, i più interessanti sono quelli con un buon economic moat. Questo termine (che si può tradurre con vantaggio competitivo) si riferisce alla capacità di alcune società di tenere a bada la concorrenza per un lungo periodo di tempo. Meglio ancora se offrono dei buoni dividendi. La crescita delle cedole, infatti, spesso caratterizza quei titoli che sono anche in grado di fornire una buona protezione nei momenti di debolezza dei listini”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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