Con la cultura si mangia. E si gonfia il portafoglio

La crescita dell’educazione scolastica a livello mondiale è un’idea di investimento che promette buoni rendimenti nel lungo termine. Ma anche qui la selezione dei titoli è fondamentale. 

Marco Caprotti 03/12/2013 | 14:50
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-L’Educazione per tutti, dicono gli operatori, è il megatrend che caratterizzerà i prossimi 50 anni.

-I suoi effetti si faranno sentire sia a livello sociale sia dal punto di vista economico-finanziario.

-Lo studio delle caratteristiche delle aziende che lavorano nel segmento, è fondamentale per investire nel modo migliore. 

 

Il piano è ambizioso fin dal titolo: “Education for all”. Il progetto (il cui capofila è l’Unesco) è stato lanciato nel forum mondiale sull’educazione di Dakar nel 2000, dove furono posti alcuni ambiziosi obiettivi da raggiungere entro il 2015.  Fra questi, l’impegno a garantire un’istruzione primaria gratuita e obbligatoria per tutti, il permettere a ogni bambino di riuscire a terminare un ciclo completo di scolarizzazione, l’aumento del livello di alfabetizzazione del 50% e l’assicurare una più giusta equità d’accesso all’educazione tra i sessi. Mete, che, secondo gli operatori finanziari, possono anche diventare opportunità di investimento.

Qualche risultato, in termini di scolarizzazione, è già stato raggiunto. In concomitanza con il vertice africano, la Banca mondiale e i principali partecipanti al progetto, tra i quali tutti i G8, hanno varato l’iniziativa “Education for all-Fast track initiative” (Efa-Fti), come principale strumento di mobilitazione di risorse in favore dell’istruzione. L’Efa-Fti è un meccanismo di partenariato che ha l’obiettivo di sostenere le strategie nazionali per l’educazione nei paesi in via di sviluppo all’interno di un piano complessivo di lotta alla povertà.

Dal 2002 ha permesso a più di 40 milioni di bambini e bambine di andare a scuola, attraverso l’appoggio a 36 piani educativi nei paesi in via di sviluppo. Ma il lavoro resta imponente. Secondo i dati delle Nazioni unite, 100 milioni di bambini fra i sei e gli 11 anni non hanno mai messo piede in una scuola. Decine di milioni iniziano gli studi solo per abbandonarli pochi mesi dopo. A tutto questo vanno aggiunti gli oltre 800 milioni di adulti analfabeti che non hanno mai iniziato un ciclo di studi.

Dal punto di vista economico finanziario si tratta di un mercato enorme. Le stime elaborate da Gsv Advisors e BofA Merrill Lynch dicono che oggi abbia un valore compreso fra 4.500 e 5mila miliardi di dollari che potrebbero diventare 5.900-7.800 miliardi nel 2017. I segmenti a più alto tasso di crescita sono quelli dell’educazione online (il cosiddetto e-learning) e delle scuole private. A livello geografico, le aree più promettenti sono quelle dei paesi in via di sviluppo.

Un’occasione unica
Il piano Education for all si basa su sei punti fondamentali.

Primo: aumentare l’educazione dei bambini più piccoli, specialmente quelli più svantaggiati.

Secondo: assicurarsi che, entro il 2015, tutti i ragazzi (soprattutto quelli delle minoranze etniche), siano iscritti alle scuole dell’obbligo e siano messi nelle condizioni di portarle a termine.

Terzo: assicurarsi che i bisogni di apprendimento dei bambini e degli adulti siano soddisfatti attraverso adeguati strumenti conoscitivi.

Quarto: alzare il livello educativo di almeno il 50% degli adulti analfabeti.

Quinto: eliminare le disparità di genere a livello scolastico.

Sesto: migliorare tutti gli aspetti qualitativi legati all’educazione e mettere in piedi sistemi scolastici per tutti.

“Secondo noi si tratta di un’occasione unica per arrivare a una soluzione che potrebbe avere impatti importantissimi”, spiega uno studio firmato da Sarbjit Nahal e Valery-Lucas Leclin, strategist azionario di Bank of America Merrill Lynch. “Soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo del capitale umano, la crescita di una società prospera, sana ed egualitaria, la soluzione ai problemi creati da un’educazione spesso messa da parte e dalle crisi socioeconomiche”.

Occhio al megatrend
Dal punto di vista operativo, i titoli delle aziende che lavorano nel comparto dell’educazione possono essere divisi in tre segmenti in base al peso che l’attività ha sui bilanci.

-Low: i prodotti e servizi che non sono determinanti per i conti della società e che non ne condizionano il modello di sviluppo e gli investimenti.

-Medium: i prodotti e i servizi legati alla scuola sono una parte importante del lavoro dell’azienda e incidono sull’andamento del fatturato.

-High: i prodotti e servizi quasi esclusivamente rivolti all’educazione.

“In generale, per queste azioni è difficile misurare il legame fra l’attività nel segmento educativo e l’andamento delle azioni”, continua il report. “Il prezzo del titolo, infatti, può essere condizionato anche da altri elementi, sia nel breve sia nel lungo termine. Tuttavia riteniamo che quello dell’educazione sia un megatrend da tenere in considerazione e che avrà effetti importanti nei prossimi cinquant’anni”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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