Il Giappone e la sfida del debito greco

La situazione in Europa rischia di peggiorare quella nel Sol levante. Il mercato aspetta il piano del nuovo premier.

Marco Caprotti 21/06/2010 | 13:37
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Fra quelli maggiormente preoccupati per la crisi greca ci sono i giapponesi. I problemi finanziari dell’Europa, infatti, per il Sol levante si stanno trasformando in un calo della domanda per i prodotti made in Japan. Il calo dell’euro, inoltre, si riflette in un aumento delle valutazioni dello yen che trasforma le merci di Eurolandia in asset più competitivi. “Questa situazione rischia di esacerbare i problemi di debito del Sol levante”, spiega una nota di Morningstar. La Borsa si è già accorta che la situazione potrebbe precipitare. L’indice Msci del Giappone nell’ultimo mese (fino al 18 giugno e calcolato in euro) ha perso quasi il 2%, portando a +14,6% la performance da inizio anno.

La spirale del debito
Il debito pubblico giapponese, secondo i dati del’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico è circa del 200% del Pil . “La situazione fino ad ora è stata sostenibile grazie ai tassi di interesse praticamente a zero e al fatto che i giapponesi hanno sempre comprato bond governativi locali”, continua lo studio. “Questo ha permesso al Giappone di potersi rifinanziare da solo”. I problemi dell’Europa e il rafforzamento dello yen rischiano di far entrare il Paese in un circolo vizioso. “Una moneta pregiata deprime le esportazioni, che rappresentano i due terzi dell’economia locale”, prosegue il report. “Questo porta a una minore crescita del Pil, a entrate fiscali più basse e a un rapporto peggiore fra debito e ricchezza prodotta”. Bisogna fare poi i conti con l’invecchiamento della popolazione. “Tutta gente che investirà sempre meno nelle obbligazioni del Paese, perché avrà altre esigenze”, dice la nota di Morningstar.

Un test per Kan
La sfida sarà particolarmente impegnativa per il nuovo primo ministro Naoto Kan. Secondo gli analisti di Fitch le sue capacità saranno testate nel corso dei prossimi due mesi: in pratica, giusto il tempo di presentare la sua politica fiscale e di vedere come finiranno le elezioni di medio termine del suo partito. “Sono i primi giorni di governo, quindi ci dobbiamo accontentare delle buone intenzioni”, spiega uno studio di Andrew Colquhon, responsabile dell’Asia per l’agenzia di rating. “Bisogna vedere a che livello è il suo consenso”. La strategia per combattere il debito pubblico sarà illustrata nei prossimi giorni, mentre il test politico è previsto per l’11 luglio.

Più tasse, meno spese
Le prime indicazioni che sono arrivate sul suo progetto, secondo alcuni sondaggi, gli stanno costando nove punti percentuali in termini di popolarità (gli ultimi dati lo danno per favorito al 50%). L’intenzione del governo è quella di raddoppiare la tassa sui consumi portandola al 10%. Nel giro di tre anni, invece, vorrebbe mettere un tetto di 71mila miliardi di yen (circa 630 miliardi di euro) alla spesa pubblica. Fitch e Moody’s hanno già detto che controlleranno attentamente la situazione. “L’outlook per il debito giapponese per il momento resta stabile”, dicono ancora da Fitch, che ha assegnato al Sol levante un giudizio di AA- (è Aa2 per Moody’s). “Tuttavia, se il piano definitivo non fosse credibile, ci potrebbero essere revisioni al ribasso”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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