Il Giappone e i mercati aspettano con ansia le elezioni politiche anticipate che si terranno il 16 dicembre. Dalle urne uscirà il nuovo governo, oltre ai 480 membri della camera dei rappresentanti. Al centro del dibattito politico ci sono il futuro del programma nucleare, la crisi economica e i difficili rapporti con la Cina e la Corea del Nord. Gli elettori potranno scegliere tra 12 formazioni politiche. Secondo i sondaggi il Partito liberaldemocratico (Ldp) di Shinzo Abe è favorito sul Partito democratico del premier uscente, Yokishiko Noda. Se quest’ultimo dovesse perdere, il Giappone nominerebbe il settimo primo ministro in sette anni.
Il quadro macro
Il nuovo governo dovrà fare i conti con una situazione congiunturale difficile. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato in ottobre, al 4,2% della popolazione attiva. Il mercato del lavoro, sempre in ottobre, ha comunque evidenziato una leggera contrazione: con 80 proposte di lavoro registrate a fronte di 100 posti offerti, contro le 81 di settembre. Nel paese del Sol Levante la disoccupazione aveva raggiunto il tasso record del 5,7% durante la recessione che lo aveva colpito nel 2008-09. I consumi delle famiglie sono diminuiti in ottobre dello 0,1% tendenziale, di riflesso al calo dei prezzi degli affitti e delle spese per la manutenzione delle case. Una flessione che solo in parte è stata compensata dagli aumenti registrati negli acquisti di mobili, elettrodomestici e sistemi di riscaldamento. Sempre in ottobre sono cresciute anche le spese dei giapponesi per l’auto e i mezzi di trasporto pubblici. Il tasso di inflazione, al netto dei prodotti deperibili, è rimasto stabile in ottobre con il rialzo dei prezzi dell'energia (+5,8%), compensato dal calo di quello degli elettrodomestici e dell’elettronica di consumo. Il paese rimane comunque in deflazione, il fenomeno del ribasso dei prezzi di cui soffre da più di tre anni e che scoraggia gli investimenti delle imprese e indebolisce la domanda privata. Se si esclude, oltre al capitolo alimentari (-1,6%), anche quello dell’energia, l’indice dei prezzi al consumo ha accusato in ottobre una flessione dello 0,5% tendenziale. Hanno registrato veri e propri crolli congiunturali i prezzi dei frigoriferi (-26,4%), delle lavatrici (-26,8%), degli apparecchi audio (-19,9%), dei computer portatili (-16,4%) e delle macchine fotografiche (-17,3%). E il trend negativo non è destinato al momento a cambiare. L'indice dei prezzi al consumo nella regione di Tokyo, considerato come punto di riferimento e anticipatore della tendenza generale dell’inflazione, in novembre ha accusato una contrazione dello 0,5% tendenziale (al netto dei prodotti deperibili).
E’ pensabile che il nuovo governo porti avanti nuove politiche di stimolo economico? “Possiamo prevedere cosa succederebbe se l’Ldp vincesse le elezioni, visto che conosciamo il suo manifesto” spiega un report firmato da Sarah Williams, gestore del fondo Japanese Equity di Threadneedle Investments. “Il partito sta valutando una serie di misure volte a stimolare la crescita economica e contrastare la deflazione e lo yen forte. I suggerimenti includono obiettivi per l’inflazione, la potenziale revisione della normativa che disciplina la Banca del Giappone per rendere la politica monetaria più efficace e la proposta di ridurre il tasso di imposta sulle società. Alcuni o tutti questi possono essere più positivi delle recenti impostazioni politiche. Bisogna sottolineare, tuttavia, che nessuno ha, finora, trovato facile stimolare la crescita economica e contrastare la deflazione. Incluso lo stesso Ldp. Tuttavia, parlando di politica monetaria più aggressiva, essi hanno avuto un certo successo nell’indebolire lo yen e si sa che cercheranno di nominare un nuovo governatore della Banca del Giappone che la pensi allo stesso modo all’inizio del prossimo anno”.
Le scelte operative
Le elezioni potrebbero essere un catalizzatore per il Nikkei? “L’opinione prevalente è che sarebbe necessario un cambiamento deciso nelle intenzioni di voto perché l’Ldp non conquistasse il potere, anche se dovrebbe arrivare a una qualche forma di coalizione con i partiti di minoranza”, dice Williams. “In una certa misura almeno, l’elezione è già stata un catalizzatore per il Nikkei ed è responsabile del recente crollo dell’8%. Dopo che il risultato delle urne verrà annunciato, il duro lavoro avrà effettivamente inizio. Dovremmo tenere a mente che l’Ldp è stato al potere per la maggior parte degli ultimi cinquanta anni in Giappone e Abe, è stato primo ministro in precedenza”.
Per quanto riguarda la selezione dei titoli, secondo il gestore bisogna trovare società che offrano una crescita degli utili e che siano a buon mercato. “Uno yen debole aiuta la crescita degli utili e rende ancora più interessanti investimenti in società di alta qualità che si auto-aiutano, senza che si affidino alla nuova impostazione politica del governo. Società automobilistiche come Toyota, ad esempio, stanno già facendo un ottimo lavoro di recupero dopo il terremoto, nonostante la moneta forte. Alcune società hanno approfittato del vantaggio positivo di uno yen forte facendo acquisizioni all’estero in cerca di crescita. Un esempio potrebbe essere la società di telecomunicazioni Softbank che investe in Sprint negli Stati Uniti, o la società di climatizzatori Daikin che ha acquistato la statunitense Goodman in un punto interessante del ciclo immobiliare statunitense. Queste società potrebbero beneficiare di una risoluzione positiva del fiscal cliff statunitense o di uno stimolo all’economia da parte della Cina. Vorremmo trovare in uno di questi due ultimi fattori un argomento più forte per il mercato giapponese piuttosto che lo scenario politico interno da solo”.
Dal punto di vista delle valutazioni, gli operatori ritengono che ci siano delle opportunità interessanti. “Circa il 70% delle 1.600 società quotate al Topix attualmente scambia al di sotto del proprio book value (il valore a cui le attività sono iscritte a bilancio, Ndr) e centinaia di società con un bassissimo rischio di fallimento scambiano a un multiplo inferiore a 0,5”, dice una nota di Ing Investment Management parlando dei vari parametri di valutazione di un titolo azionario made in Japan. “In un mercato la cui ripresa ha ristagnato significativamente, anche gli utili (in rapporto ai prezzi) hanno seguito il medesimo trend. Negli ultimi dieci anni il rapporto prezzo/utili del mercato è sceso da 20 a 12, mentre il price-to-book ratio (il rapporto tra il valore di una società e il suo patrimonio netto, Ndr) è sceso da 1,2 a 0,9”.
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