Bollo ordinario per le polizze estere

Con una recente comunicazione, l’Ania chiarisce le modalità di applicazione dell’imposta di bollo e dell’Ivafe.

Anita Mauro, Eutekne 26/09/2012 | 10:32
Facebook Twitter LinkedIn

Le polizze di assicurazione emesse da imprese estere e affi­date in amministrazione ad una fiduciaria residente o ad un altro intermediario residente, sono soggette all’imposta di bollo ordinaria e non pagano l’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero. Questo è uno dei chiarimenti contenuto nella Comunicazione Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) del 5 luglio 2012.

L’Ania fornisce alcune precisazioni in relazione al rappor­to tra l’imposta di bollo di cui all’art. 13 commi 2-bis e 2-ter del DPR 642/72, come introdotta dal DL 201/2011, e l’Ivafe, ovvero l’imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero, in relazione alle assicurazioni. Infatti, secondo quanto chiarito dall’Ania, l’Ivafe nasce proprio per appli­care un prelievo in quelle situazioni in cui non trova applica­zione l’imposta di bollo ordinaria. Tra i due prelievi sussi­ste una sorta di alternatività. In particolare, l’Ania precisa che l’Ivafe non è dovuta nei seguenti casi:

-  per le polizze di assicurazione emesse da imprese estere che richiedano l’autorizzazione al pagamento dell’imposta di bollo in modo virtuale ed esercitino la facoltà prevista dall’art. 26-ter del DPR 600/73;

-  per le polizze di assicurazione emesse da imprese estere e affidate in amministrazione ad una fiduciaria residente o ad un altro intermediario residente.

Per quanto riguarda le polizze di assicurazione emesse da imprese estere, il DM 24 maggio 2012, all’art. 3 comma 7, ha espressamente chiarito che le imprese estere che operano in Italia in regime di libera prestazione di servizi possono ap­plicare il bollo ordinario, con le medesime modalità previste per le imprese nazionali, sulle comunicazioni relative a po­lizze emesse da tali imprese e stipulate da soggetti residenti in Italia, alla duplice condizione che:

-  abbiano richiesto l’autorizzazione alpagamento dell’im­posta di bollo in modo virtuale;

-  esercitino o abbiano esercitato la facoltà prevista dall’art. 26-ter comma 3 del DPR 600/73 (sull’imposta sostitutiva sui redditi derivanti da contratti di assicurazione).

In tal caso, infatti - precisa l’Ania - l’impresa estera adem­pie direttamente all’obbligo di applicazione dell’imposta di bollo, ovvero tramite un rappresentante fiscale che risponde in solido con essa per il versamento dell’imposta. In presenza di entrambi i requisiti sopra individuati, infatti, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 28 (§ 2.2.1) del 2 luglio 2012, le polizze assicurative emesse da imprese estere sono, dal punto di vista del trattamento tribu­tario, complessivamente equiparate alle analoghe polizze as­sicurative italiane, sicché esse possono considerarsi come detenute in Italia e sono escluse dal pagamento dell’Ivafe. Per queste polizze, pertanto, l’Ania precisa che è appli­cabile la disciplina dell’imposta di bollo ordinario. Di conse­guenza, posto che l’Ivafe trova applicazione a decorrere dal 2011, mentre l’imposta di bollo ordinaria sugli strumen­ti finanziari (come introdotta dall’art. 19 del DL 201/2011) decorre dal 2012, in presenza delle due condizioni sopra in­dividuate (istanza di autorizzazione al pagamento dell’impo­sta in modo virtuale presentata nel 2012 ed opzione per l’ap­plicazione dell’imposta sostitutiva di cui all’art. 26-ter del DPR 600/73 nel 2011 o in anni precedenti), per il 2011 le imprese estere di assicurazione che operano in regime di li­bera prestazione di servizi non pagano né l’Ivafe né il bol­lo.

Il bollo trova applicazione dal 2012
D’altro canto, in assenza delle due opzioni sopra indicate, a norma del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate n. 72442 (§ 5) del 5 giugno 2012, sono soggette all’imposta di bollo ordinaria (e non all’Ivafe) le polizze emesse da im­prese estere ma affidate in amministrazione ad una fiducia­ria residente o ad un altro intermediario residente. In tal caso, infatti, come chiarito dalla circolare Agenzia delle Entrate n. 28 (§ 2.2.1) del 2 luglio 2012, trova applicazione l’impo­sta di bollo sulle comunicazioni relative a strumenti finanzia­ri di cui all’art. 13 comma 2-ter della Tariffa, Parte I, allega­ta al DPR 642/72, in quanto le attività non si considerano detenute all’estero. Infatti, il mandato ad amministrare obbli­ga la fiduciaria ad applicare e versare le ritenute alla fonte o le imposte sostitutive previste dall’ordinamento tributario sui redditi derivanti dalle attività oggetto del rapporto e ad effet­tuare le comunicazioni all’Amministrazione finanziaria. L’esonero dal pagamento dell’Ivafe, in tal caso, permane fintanto che perdura il rapporto di custodia, deposito, ammi-lustrazione o gestione con l’intermediario residente. Anche in tal caso, atteso che l’imposta di bollo di cui all’art. 13 comma 2-ter della Tariffa, Parte I, allegata al DPR 642/72 si applica dal 2012, per il 2011 non risulta dovuta né l’Ivafe né ilbollo. Al di fuori delle due ipotesi sopra individuate, le polizze di assicurazione emesse da imprese estere sono soggette all’Ivafe.

Per approfondimenti su tematiche fiscali, clicca qui.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

 

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures