Europa, la vacanza è finita

La Bce è riuscita a calmare i mercati estivi, ma il difficile viene adesso. Per uscire dalla crisi servono fatti concreti.

Bearemy Glaser 05/09/2012 | 09:06
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L’agosto che si è appena chiuso è stata una boccata d’aria fresca rispetto alle turbolenze estive degli ultimi anni. Non ci sono stati pesanti dibattiti su un ipotetico tetto al debito e non si sono viste vendite di massa sui mercati, anzi, c’è stata una riduzione nel volume e nella volatilità. Nel complesso gli investitori hanno preso una (molto necessaria) pausa.

In questo, un ruolo fondamentale è stato giocato dalla Banca centrale europea, presieduta da Mario Draghi. Infatti, le sue dichiarazioni di inizio agosto, in cui si è detto “pronto a tutto per salvare l’euro”, affermando che “la moneta unica è irreversibile”, sono state viste come il segno più chiaro della volontà della Bce di utilizzare qualsiasi mezzo per arginare la crisi. Se poi si aggiunge che anche il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha affermato di essere pronta a una politica più accomodante nelle negoziazioni con gli stati debitori, il livello di tensione sembra decisamente più basso che in passato.

Certo, si tratta di passi importanti nella giusta direzione, ma i problemi di fondo rimangono. Le vacanze estive volgono al termine e i leader economici hanno bisogno di tradurre una serie di intenzioni verbali in fatti concreti abbastanza velocemente, al fine di mantenere i mercati relativamente placidi e porre le basi per uscire dalla crisi.

La Bce non si deve fermare
In primo luogo, la Bce ha bisogno di implementare politiche concrete a sostegno delle parole Draghi. In questo momento, non sappiamo esattamente che cosa la Banca centrale sia davvero disposta a fare per mantenere i tassi sui titoli dei paesi periferici bassi e a tenere insieme l’euro. Comprerà grandi quantità di debito sovrano? Eventuali acquisti dipenderanno da quanto i tassi saliranno? Ci saranno limiti?

Dovremmo saperne di più molto presto, e i dettagli del piano saranno cruciali. Se la Bce si dimostrasse in grado di agire rapidamente per ridurre i tassi ancora molto elevati dei titoli spagnoli e non solo, non ci sarebbe bisogno di fissare un tetto massimale ai redditi del debito sovrano. Tuttavia, se i dettagli del piano di Draghi fossero più confusi del previsto, gli investitori potrebbero perdere la pazienza, dubitare della forza della Bce e creare così una nuova ondata di panico. Draghi ha detto a suo tempo le cose giuste per tenere insieme l’euro, ma ora arriva la prova del nove.

Molte banche europee restano sull’orlo del precipizio. Gli istituti rimangono sottocapitalizzati mentre i clienti sono in fuga. Non c’è dubbio che un certo numero di banche avrà bisogno di iniezioni di liquidità, ma resta la questione relativa a dove recuperare questi capitali. Forzare paesi come la Spagna a prendere in prestito di più per sostenere le loro banche è una soluzione controproducente in quanto aggrava un già pesante carico di debito.

Sì all’unione bancaria, ma nel lungo periodo
Una delle soluzioni di cui si è parlato per il lungo termine è quella di creare un’unica autorità di vigilanza bancaria per l’Europa, la cosiddetta unione bancaria. Questo potrebbe fornire una soluzione completa alle difficoltà bancarie del Vecchio continente. Fissare delle regole chiare per i salvataggi e creare un’autorità giuridica per amministrarli è una soluzione preferibile al negoziare i singoli salvataggi di volta in volta, il che crea anche un clima d’incertezza. Mutualizzare la responsabilità per le banche di tutta Europa eliminerebbe uno dei più potenti mezzi di contagio e sarebbe un chiaro passo verso la creazione di un’unione fiscale duratura, il che impedirebbe che una crisi come questa accada di nuovo in futuro.

Creare un’unione del genere sarebbe incredibilmente complesso. Ci sono decine di istituzioni che hanno interessi in gioco e ci vorrebbero anni per assumere una forma definitiva. Mentre a molte banche servono i soldi oggi. Nel breve periodo, i leader europei devono creare un piano che permetta ai soldi di scorrere dai fondi di salvataggio nelle casse delle banche. In seguito, potrebbero impostare una road-map credibile per la creazione di una singola autorità di vigilanza. Stanno già lavorando su di esso, ma presentare i dettagli sarà un segnale fondamentale che l’Europa è finalmente pronta a riparare ciò che è rotto, invece di continuare a sopravvivere.

Occhio alla Grecia
La Spagna sta dominando i titoli dei giornali, ma questo non significa che si possano trascurare i problemi della Grecia. Il programma di salvataggio in corso non è sostenibile. Sembra improbabile che Atene possa rispettare i parametri di riferimento per il taglio della spesa, aumentare le entrate e fare altre riforme. E se fondi di salvataggio verranno ritirati, il paese sarà quasi certamente costretto a lasciare la moneta comune e a immergersi in una recessione ancora più profonda. Quali potrebbero essere le conseguenze che un’uscita greca avrebbe sul resto della zona euro è una questione aperta, ma per come è strutturata oggi l’Ue (senza unione bancaria e fiscale), è molto probabile che il continente non ne uscirebbe facilmente.

Serve un nuovo accordo
Unione europea, Fondo monetario internazionale e Bce devono smettere di fingere che l’accordo attuale ha possibilità di successo e rinegoziare i termini. Non è un compito piacevole, ma se sono seri sul non permettere alla zona euro di frantumarsi, devono agire il più in fretta possibile. Probabilmente servirebbe un’altra ristrutturazione del debito e la concessione di tempi più lunghi al governo greco per attuare le riforme.

L’Europa ha un sacco di lavoro da fare. La buona notizia è che i protagonisti stanno finalmente parlando di soluzioni che effettivamente possono risolvere qualcosa. Tutto dipende dall’eventuale successo dei leader nel tradurre questi discorsi in azioni concrete. Questo ci dirà se la crisi potrà finalmente essere contenuta o se saremo ancora sull’orlo del precipizio.

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Bearemy Glaser  Bearish markets editor Bearemy Glaser is the worry-prone alter-ego of markets editor Jeremy Glaser. Each week, Bearemy will share what's topping his list of concerns and invites you to reply or add your own in the comments section below.

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