Usa più in forma di quello che sembrano

Gli ultimi dati macro mostrano che la situazione congiunturale si sta stabilizzando. Ma il mercato è distratto dalla Banche centrali.

Marco Caprotti 07/08/2012 | 15:17
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La locomotiva Usa sembra voler tornare sui binari della crescita. L’indice Msci della regione nell’ultimo mese (fino al 6 agosto e calcolato in euro) ha guadagnato poco più del 2%.

Un andamento che, tuttavia, secondo gli operatori non rispecchia pienamente la bontà degli ultimi dati macroeconomici arrivati da oltreoceano. Come quelli riguardanti i consumi delle famiglie. Le spese personali sono rimaste praticamente invariate. L’indice dei prezzi per le spese in consumi personali core a giugno è cresciuto dello 0,2% mese su mese, (in linea con l’attesa degli economisti). Sono risultati in aumento dello 0,5% i redditi personali (+0,4% dicevano le stime). “Gli investitori non possono ignorare il fatto che l’economia americana non sta cadendo a pezzi”, dice Robert Johnson, responsabile dell’analisi economica di Morningstar. “Gli operatori si sono concentrati sulle operazioni di aiuto alle economie proposte dalle Banche centrali senza rendersi conto che i numeri sulla congiuntura Usa comunicati a luglio non solo non sono peggiorati ma, anzi, in molti casi sono migliorati”.

Il quadro migliora
I prezzi delle abitazioni, ad esempio, sono saliti. Secondo l’indice S&P/Case-Shiller il prezzo degli immobili delle 20 città osservate è aumentato nel mese di maggio del 2,2%. Le stime degli analisti, prevedevano una diminuzione dell’1,5%. Su base annua, tuttavia, i prezzi sono rimasti in calo, registrando una flessione dello 0,7%. Le richieste di sussidi di disoccupazione, intanto, mandano qualche segnale positivo. E’ vero che quelle relative alla settimana chiusa il 28 luglio si sono attestate a 365 mila unità risultando in salita di 8 mila unità rispetto ai 357 mila della settimana precedente. Il dato però risulta migliore delle attese degli analisti che erano per un livello di 370 mila unità. La media delle ultime quattro settimane si è assestata a 365.500, con un decremento di 2.750 unità rispetto al dato della settimana precedente di 368.250. Infine, nella settimana al 21 luglio le richieste continuative dei sussidi sono risultate pari a 3.272.000 unità, in calo di 19.000 rispetto alla settimana precedente. La media delle ultime quattro settimane si è fermata a 3.298.500, in diminuzione di 11.500 unità rispetto ai 3.310.000 della settimana prima.

“La realtà è che la situazione economica americana è molto più stabile di quello che appare leggendo i giornali”, continua Johnson. “Quello che manca nelle cronache finanziarie è la descrizione della capacità di adattamento che hanno i vari protagonisti che formano i mercati. Se i prezzi della benzina aumentano, si comprano auto più piccole. Se il lavoro manca, allora si torna a studiare. Sono cambiamenti importanti che, tuttavia, non appaiono negli indicatori di breve periodo. Bisogna evitare di considerare una piccola parte dell’anno come indicativa di un intero ciclo. Solo così si avrà una fotografia precisa della situazione”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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