Etf, ecco le nuove regole

L’Esma ha indicato tre nuove linee guida per i prodotti Ucits che vanno incontro ai bisogni degli investitori.

Ben Johnson 30/07/2012 | 09:08
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Lo scorso 25 luglio, l’Esma (European Securities and Markets Authority) ha pubblicato il suo ultimo rapporto contenente il documento di consultazione atto a delineare, tra l’altro, i nuovi orientamenti di gestione per gli Exchange-traded fund (Etf). Evidenziamo quelli che noi crediamo essere i tre punti chiave più positivi per gli investitori contenuti nel documento.

1. Condivisione dei guadagni derivanti dal prestito titoli
D’ora in avanti, l’Esma richiederà ai gestori di girare tutte le performance generate dal prestito titoli, al netto dei costi, direttamente al fondo. In pratica, i proventi derivanti da questa pratica non potranno più essere trattenuti dalle società di gestione, ma dovranno essere passati agli aderenti del fondo. Questa è una grande vittoria per gli investitori.

Il prestito titoli è una pratica relativamente sconosciuta, ma molto importante, nel settore degli Etf. Tramite operazioni di prestito titoli il proprietario degli asset (in questo caso, l’emittente dell’Etf) presta i titoli che possiede ad altri investitori, di solito hedge fund, che vogliono vendere i titoli allo scoperto. All'interno di un programma di prestito titoli, il proprietario degli asset è esposto a qualche rischio di controparte, ma riceve i guadagni per l'assunzione di tale rischio.

Ora, le nuove linee guida prevedono che gli aderenti all’Etf ricevano il 100% del guadagno, al netto dei costi, derivante da questa pratica.

Questo è uno sviluppo positivo per gli investitori, ed è qualcosa che abbiamo fortemente sostenuto in uno studio pubblicato lo scorso anno, incentrato sulla pratica del prestito titoli in Europa. Nell’analisi, l’analista Etf di Morningstar, Hortense Bioy, aveva sottolineato che i fondi distribuivano i rendimenti del prestito titoli in modi diversi: alcuni fondi passavano tutte le entrate agli aderenti, mentre altri no. Nella sua relazione, Bioy aveva sottolineato questa mancanza di uniformità:

“Queste differenze, che mostrano chiaramente che alcuni emittenti sono molto più generosi di altri, fanno sorgere la domanda: non sarebbe più giusto che tutti gli emittenti passino il 100% dei ricavi conseguiti al fondo, dato che sono gli aderenti che in ultima analisi sopportano il rischio associato al prestito titoli? Indubbiamente, questo servirebbe a fornire un rapporto rischio-rendimento superiore e sarebbe nel migliore interesse degli investitori”.

2. Disponibilità e trasparenza delle informazioni sull’indice di riferimento
L’Esma ha deciso di pretendere una maggiore trasparenza sul calcolo e sulla composizione degli indici replicati da Etf e fondi indicizzati. Questa è un’altra vittoria per gli investitori, che potranno prendere decisioni più informate e capire meglio i costi incorporati all'interno di alcuni Etf complessi ed esotici. Una maggiore trasparenza dell’indice consentirà agli investitori di comprendere meglio ciò che possiedono (o a cosa sono esposti, in caso di replica sintetica) e quanto stanno pagando per possederlo.

Ecco cosa dice il report dell’Esma al riguardo:

“Alla luce del feedback ricevuti, l’Esma ha esteso il campo di applicazione delle linee guida a tutti gli indici finanziari. Nonostante la forte resistenza dei soggetti interessati in materia di divulgazione delle metodologie di calcolo degli indici finanziari, l’authority ha deciso di confermare la proposta che è stata decisa durante la fase di consultazione. Infatti, l’Esma è del parere che questi elementi siano di estrema importanza per gli investitori e prende atto che alcuni operatori di mercato già rivelano la metodologia completa di calcolo degli indici, pubblicamente disponibile su Internet.(...) Per quanto riguarda la pubblicazione dei componenti del benchmark e le loro rispettive ponderazioni, l’Esma crede fortemente che tali informazioni debbano essere fornite agli investitori.”

3. La giusta etichetta
Per quanto semplice possa sembrare, l’inserimento di una chiara definizione e di linee guida univoche di etichettatura per i fondi e gli Etf può davvero aiutare gli investitori a orientarsi nell’universo di sigle e di nomi che riguardano gli Exchange traded product (Etp). Le nuove regole richiedono un’etichettatura dei prodotti molto chiara per gli Etf, come potete vedere dalla relazione Esma:

“L’Esma raccomanda che i replicanti Ucits debbano utilizzare l'etichetta “Ucits Etf” per essere più facilmente identificabili da parte degli investitori e che questo identificatore non debba essere tradotto nelle lingue nazionali. Inoltre, l’Esma raccomanda che né la sigla "Ucits Etf" né la semplice sigla “Etf”, possano essere utilizzate da strumenti che non rientrano nei parametri Ucits”.

Nel complesso, noi di Morningstar siamo lieti di vedere questi nuovi orientamenti. Essi sono generalmente in linea con le opinioni che abbiamo condiviso nel marzo 2012, quando abbiamo risposto alla precedente consultazione Esma.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Ben Johnson  Ben Johnson è director of global exchange-traded fund research di Morningstar.

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