L’America inizia a zoppicare. L’andamento è stato fotografato bene dall’indice Msci della regione che, nell’ultimo mese (fino all’8 maggio e calcolato in euro) ha perso quasi il 2% mentre, da inizio anno, ha guadagnato più del 9%.
Congiuntura in chiaroscuro
Le immagini macro che arrivano dalla prima economia del mondo, del resto, sono in chiaroscuro. L’incremento del Prodotto interno lordo statunitense ha deluso le aspettative e nel primo trimestre del 2012 si è attestata sul 2,2%. La flessione, di tre decimi di punto rispetto alle attese e di otto rispetto all’aumento registrato nell’ultimo trimestre del 2011, è in parte imputata dagli analisti alle ricadute sull’export statunitense della prolungata crisi in Europa. Motore della crescita, insieme alla tenuta dei consumi, restano anche le buone prestazioni dell’industria automobilistica.
I segni di stanchezza dimostrati dal mercato del lavoro, dopo le ottime cifre all’inizio dell’anno, fanno però già temere negative ripercussioni sui consumi e sulla crescita dei prossimi mesi. Gli occupati sono cresciuti di 115 mila unità ad aprile, meno dell’atteso incremento di 170 mila unità. A marzo gli occupati erano saliti di 154 mila unità (dato rivisto dalle iniziali +120 mila). Il tasso di disoccupazione (calcolato su una diversa base statistica) scende all’8,1% dall’8,2% di marzo. Gli analisti si aspettavano che restasse fermo dov’era. La produzione industriale, intanto, è rimasta piatta a marzo, mentre l’output manifatturiero è risultato in calo dello 0,2%. Gli analisti si aspettavano un incremento dello 0,3%. Notizie contradditore sono arrivate dal fronte delle spese personali che sono sì aumentate dello 0,3%, ma gli economisti si attendevano un +0,4%.
Frenano gli utili
Nelle sale operative nelle scorse settimane si è parlato molto anche di risultati di bilancio. Fra i più attesi c’erano quelli di Apple. Nel secondo trimestre fiscale 2012, il colosso statunitense ha visto l’utile crescere del 94% sul balzo delle vendite di iPad (+151% per 11,8 milioni di unità) e iPhone (+88% per 35,1 milioni), in calo invece del 15% a 7,7 milioni quelle di iPod.
In generale, tuttavia, non è andata così bene. Le società quotate all’S&P 500 hanno comunicati risultati in crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Una decisa frenata rispetto al +47% del 2010 e al +20% del 2011.
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