I bilanci mettono in pressione gli Usa

Il mercato americano nelle ultime settimane ha perso il vigore del primo trimestre. Ma, dicono gli operatori, può contare sugli utili aziendali.

Marco Caprotti 24/04/2012 | 13:47
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Gli Stati Uniti, con fatica, cercano di mantenere lo status di locomotiva dell’economia mondiale. L’indice Msci della regione nell’ultimo mese, fino al 23 aprile e calcolato in euro) ha perso poco più dell’1%. La performance da inizio anno, tuttavia, resta positiva per l’8,2% che si va ad aggiungere al +4,7% segnato l’anno scorso.

L’elemento che nel primo trimestre ha permesso a Wall Street di correre è stato il miglioramento registrato sul fronte della disoccupazione che si sta stabilmente allontanando dal record storico del 10%. “E’ vero che l’aumento degli occupati nel mese di marzo è stato al di sotto delle attese, ma la crescita registrata nei primi due mesi dell’anno è incoraggiante e il tasso dei senza occupazione è sceso moderatamente”, spiega un report di Thomas White International.

L’America corporate è solida
Per quanto riguarda l’aspetto più propriamente corporate, a guidare la ripresa di Wall Street nel primo trimestre dell’anno sono stati essenzialmente due elementi: i solidi bilanci che mostrano un aumento alla voce profitti e i multipli di mercato ragionevoli. Il primo elemento dovrebbe continuare a far sentire i suoi effetti. Secondo un sondaggio fra gli analisti condotto da Bloomberg, gli utili per azione (chiamati Eps, Earning per share) delle aziende quotate sull’S&P 500 nel primo trimestre dell’anno sono cresciuti, mediamente, del 3,3%. Le stime precedenti parlavano di un +1,7%. Gli earning per share dovrebbero migliorare di quasi il 9% nell’intero 2012. Le valutazioni, invece, sono meno interessanti rispetto alla fine del 2011, anche se le correzioni delle ultime settimane potrebbero aver creato delle buone occasioni d’acquisto.

“Ci aspettiamo una moderata ripresa economica, resa possibile dal miglioramento del mercato del lavoro, dalla situazione di buona salute delle imprese (anche ricche di liquidità mantenuta per motivi precauzionali) e dalla stabilizzazione del mercato immobiliare”, spiega uno studio firmato da Elisabetta Manuli, vice presidente di Hedge Invest. “Consigliamo una strategia event driven equity (che ha come obiettivo titoli azionari o obbligazionari di società che portano avanti operazioni di finanza straordinaria come M&A, Spin Off, ristrutturazioni, ecc.). Questa tattica è da attuare quando ci si trova in presenza di società che hanno intenzione di utilizzare il cash in bilancio, che ha ormai raggiunto livelli record. La liquidità sarà certamente utilizzata per operazioni di finanza straordinaria, generando numerose opportunità”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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