Il Giappone accelera ma è in riserva

L'indice Msci del Sol levante corre. Ma, con il quadro macro dipinto dalla BoJ, sarà difficile recuperare le perdite del 2011.

Marco Caprotti 15/02/2012 | 16:15
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Il Giappone cerca di recuperare la strada che ha perso nel 2011. L’indice Msci del Sol levante nell’ultimo mese (fino al 14 febbraio e calcolato in yen) ha guadagnato il 7,2% (-20,5% l’anno scorso. La performance è positiva anche se calcolata in euro: +1,6%).

La strada verso la ripresa, però, sarà tutt’altro che agevole alla luce della situazione congiunturale dell’Arcipelago. La Bank of Japan, ad esempio, ha da poco abbassato le stime di crescita per l’anno fiscale 2011 (che si chiuderà il 31 marzo 2012) e ha ipotizzato una contrazione del Pil a -0,4%, dal +0,3% previsto a ottobre.

Interviene la BoJ
L’istituto centrale, il cui board ha deciso di tenere fermi i tassi di interesse prossimi allo zero (0-0,1%), vede per l’esercizio fiscale 2012 un rimbalzo del Pil a +2% (da +2,2%). Quanto all'inflazione, nel 2011 è stimata una contrazione dei prezzi dello 0,1% e un aumento dello 0,1% nel 2012. Le cose non vanno bene nemmeno nel brevissimo. Nel periodo ottobre-dicembre il prodotto interno lordo ha infatti registrato un decremento dello 0,6% rispetto al trimestre precedente a fronte di un consensus che andava dal -0,3% al -0,4%. Su base annua ha registrato invece un calo del 2,3%.

La BoJ comunque non resta con le mani in mano. L’istituto centrale ha deciso di allentare ancora la propria politica monetaria, aumentando di 10mila miliardi di yen il programma di acquisto di bond di Stato per sostenere l’economia. Uno sforzo finanziario che così arriva a 65mila miliardi (645 miliardi di euro). Agire attraverso operazioni di acquisto di asset è ormai l’unica leva rimasta alla Banca centrale per allentare la politica monetaria, visti i suoi tassi minimi.

Soffrono anche le esportazioni
La bilancia commerciale giapponese ha chiuso in rosso l’anno solare 2011, per la prima volta dal 1980. Secondo gli ultimi dati del Ministero delle finanze il deficit commerciale della terza potenza economica mondiale ha raggiunto i 2.492,7 miliardi di yen (circa 25 miliardi di euro) in seguito a una serie di eventi, dal sisma dell’11 marzo al rialzo dei costi energetici, che hanno fatto del 2011 un anno da dimenticare. Le esportazioni sono diminuite del 2,7% rispetto all'anno precedente. Le importazioni sono invece cresciute del 12%, tanto nel settore energetico quanto in quello alimentare.

Fra le cause del calo dell’export gli analisti citano anche le alluvioni in Thailandia che hanno colpito stabilimenti che producevano beni per le aziende giapponesi. Ha pesato pure la crisi della zona euro: molti investitori hanno investito grandi somme nello yen, vista la debolezza del dollaro e dell’euro, causandone l’aumento di valore della divisa. Come risultato, Europa e Stati Uniti hanno comprato meno beni giapponesi. Il Sol levante ha anche sofferto la concorrenza crescente della Corea del Sud e di altri paesi asiatici, e il progressivo invecchiamento della sua popolazione.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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