Gli Usa suonano un'altra carica

I dati macro americani continuano a mostatre segni di miglioramento che, dicono gli operatori, potrebbero dare la sveglia al resto del mondo.

Marco Caprotti 24/01/2012 | 09:26
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Gli Stati Uniti provano a dare la sveglia alle piazze finanziarie internazionali e all’economia globale. L’indice Msci della regione nell’ultimo mese (fino al 20 gennaio e calcolato in euro) ha guadagnato il 7,8% (nel 2011 ha segnato +1,73%).

“La congiuntura americana ha mostrato miglioramenti al di sopra delle attese in molti segmenti”, spiega uno studio di Thomas White International (Twi). “Questo ha fatto passare le paure di una nuova recessione e ha aumentato l’ottimismo per quanto riguarda il 2012”.  

Un circolo virtuoso
Gli Stati Uniti sembrano entrati in un circolo virtuoso, formato da calo della disoccupazione, aumento della fiducia dei consumatori e crescita della produzione manifatturiera. Tutti fattori che si alimentano a vicenda. Gli ultimi dati indicano che il tasso di disoccupazione a dicembre è sceso all’8,5% dal 9,1% di settembre. L’economia americana crea occupazione da 15 mesi consecutivi anche se gli 8 milioni e 800 mila posti persi durante la recessione non sono stati ancora recuperati. Nel 2011 sono stati creati 1 milione e 600 mila posti di lavoro, il miglior risultato dal 2006 favorito anche dalla politica della Federal Reserve che ha aperto con decisione i rubinetti del credito per stimolare la ripresa.

“Mentre il settore pubblico continua a tagliare i posti, quello privato cerca nuovo personale”, dice il report di Twi. “E’ vero che una parte delle assunzioni può essere stata fatta con contratti stagionali durante i periodi delle feste. Tuttavia i miglioramenti che si sono notati negli ultimi mesi suggeriscono che il recupero sia più solido di quanto si pensasse prima”.

Più soldi in tasca
La propensione alla spesa sta aumentando anche grazie allo stop dell’inflazione (a dicembre), seguita al calo dei prezzi dell’energia - in particolare dei prezzi della benzina - che ha bilanciato un aumento degli altri costi. L’indice dei prezzi al consumo è rimasto piatto in dicembre, il secondo mese consecutivo senza variazioni dopo un leggero calo a ottobre, mentre quello cosiddetto core (che esclude i prezzi di alimentari ed energia) è salito solo dello 0,1%. Per l’intero 2011 l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 3%.

Il presidente Barack Obama, intanto, ha firmato la legge sugli sgravi fiscali per gli stipendi. Il provvedimento prevede per ora un’estensione di soli due mesi delle agevolazioni in busta paga e ha scongiurato un aumento delle tasse dal primo gennaio per circa 160 milioni di cittadini. Un traguardo strategico raggiunto nel periodo natalizio, ma non una vittoria totale in un anno avvelenato da uno scontro su tasse e spesa pubblica tra Democratici e Repubblicani lontano dalla conclusione.

Segnali di miglioramento si vedono anche sul fronte immobiliare. La National Association of Realtors (l’Associazione degli agenti immobiliari) ha comunicato che le vendite di case esistenti sono aumentate a dicembre del 5% a 4,61 milioni di unità. Gli economisti avevano atteso 4,55 milioni di unità. Il dato di novembre, intanto, è stato rivisto al ribasso, da 4,42 milioni a 4,39 milioni di unità.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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