Il bond piace di più se è all'americana

Le obbligazioni continuano ad essere l'asset di protezione preferito. Fra i più acquistati ci sono i Treasury e i titoli dell'area Latam.

Marco Caprotti 10/01/2012 | 13:39
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Le obbligazioni confermano la loro fama di porto preferito dagli investitori nei momenti di tempesta. L’indice BarCap del settore nell’ultimo mese (fino al 9 gennaio e calcolato in euro) ha guadagnato quasi il 5%, mentre nel 2011 è salito del 9,1%. L’aumentare dei timori legati alla crisi del debito di alcuni paesi dell’Unione europea, insomma, ha spinto i trader a rifugiarsi nell’asset di investimento storicamente considerato più sicuro.

Le Americhe battono tutti
Fra i Paesi sviluppati, a beneficiare maggiormente del cosiddetto flight to safety (letteralmente il volo verso la sicurezza) sono stati soprattutto i Treasury che hanno guadagnato il 9,78% (il massimo dal 2008, il periodo peggiore della crisi finanziaria scatenata dai titoli costruiti sui subprime). A guidare la cavalcata dei bond americani sono stati i titoli decennali che hanno segnato +29% (sfiorando il +30% segnato nel 1995) a dispetto del taglio deciso dall’agenzia di rating S&P che ha abbassato di un gradino il giudizio di affidabilità sul debito Usa portandolo da AAA ad AA+ (Moody’s e Fitch hanno invece confermato il voto massimo). La sorpresa, per l’Europa, è stata il Gilt inglese che ha superato quello tedesco (considerato il più sicuro del Vecchio continente) di oltre sette punti percentuali. Sempre secondo l’indice di Bank of America i titoli governativi hanno dato un rendimento del 6,1%.

Ma fra gli asset preferiti dagli investitori ci sono stati i cosiddetti Panama bond. Le obbligazioni sudamericane, misurate dall’indice JP Morgan EMBI Global hanno guadagnato mediamente il 13%, superando il +2,1% messo a segno dall’Europa emergente e il +8,7% registrato dai titoli di debito asiatici. La bontà dei titoli di debito della regione è confermata dai 12 rialzi (fra rating e outlook) guadagnati dai diversi paesi dell’area quest’anno. Merito anche dei 13,5% miliardi investiti da Panama per migliorare le infrastrutture, dei tagli al deficit promessi dalla Colombia e dell’aumento di riserve in valuta estera effettuato dall’Uruguay.

La corsa è alla fine?
La fortuna delle obbligazioni potrebbe però non essere destinata a durare. A inizio dicembre S&P ha annunciato di aver messo sotto osservazione (per un possibile abbassamento di rating) il debito di 15 paesi, fra cui quello di Germania e Francia. Pochi giorni dopo Moody’s ha comunicato di aver fatto lo stesso con i 17 stati che formano Eurolandia in considerazione anche del fatto che alcuni meeting fra i leader della zona non sono stati in grado di fornire risposte soddisfacenti alla crisi.

Gli analisti, intanto, alla luce dei buoni risultati che sta mettendo a segno l’America sul fronte macroeconomico (sono migliorati i numeri per quanto riguarda la produzione manifatturiera, la fiducia dei consumatori e l’occupazione) stanno consigliando ai clienti di uscire dai Tbond e tornare ad avere un po’ di appetito per il rischio.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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