L'Europa vale, ma non per tutti

Per alcuni gestori le azioni del Vecchio continente sono la scelta del 2012. Ma gli Usa restano fra le prime scelte.

Holly Cook 09/12/2011 | 11:37
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In una recente tavola rotonda tenutasi presso la sede londinese di Fidelity, Stewart Cowley, responsabile dei fondi fixed income di Old Mutual Asset Management (OMAM) che - alla Morningstar Investment Conference 2011 di Londra, si descrisse come “un bond manager a cui attualmente non piacciono i bond” - ha presentato le azioni europee come suo miglior suggerimento (top tip) per il 2012. Cowley riprendeva i commenti di Chris Rice, fund manager di Cazenove, il quale quando aveva rivisto le sue previsioni sulle azioni europee, aveva detto che i suoi rendimenti sarebbero saliti del 15% nel 2012 grazie ai mercati equità del vecchio continente.

Azioni europee: le uniche su cui puntare nel 2012?
Fine dell’anno: un periodo in cui i gestori di portafoglio del mondo dichiarano le loro speranze e le loro paure per i mesi a venire. Oggi, tuttavia, piuttosto che fare scommesse su particolari asset, regioni o settori, sono costretti a parlare di “scenari”, di medie di potenziali rendite, piuttosto che di valori assoluti. Tutti conosciamo fin troppo bene la sofferenza dei mercati azionari mondiali nel 2011. Non c’è ancora alcun segno di luce alla fine del tunnel e i mercati azionari globali sono destinati a continuare la loro corsa sulle montagne russe a fronte di enormi incertezze, come il futuro dell’Eurozona, la mancanza di coesione degli Stati Uniti sui piani di riduzione del debito e la previsione di un rallentamento dell’economia cinese per evitare l’inflazione.

In un tale clima, Cowley che gestisce 558 milioni di sterline nell’Omam Global Strategic Bond Fund (con un rating “Bronze”, secondo gli analisti Morningstar), Rice che è responsabile della gestione del portafoglio azionario pan-europeo in Cazenove Capital e gestisce 920 milioni di sterline in asset nel Silver-rated Cazenove European Fund, e Trevor Greetham, direttore dell’asset allocation di Fidelity Worldwide Investment, il cui Multi Asset Strategic Fund muove 586 milioni di sterline, sono stati poco inclini a fare specifiche previsioni quando hanno partecipato alla tavola rotonda. Tuttavia, il gestore obbligazionario, quello azionario e quello multi-asset, hanno ampiamente concordato sul fatto che date le attuali valutazioni, le azioni europee potrebbero essere le uniche su cui puntare nel 2012.

Cowley, come detto, ha scelto le azioni europee come sua dritta per il 2012 e Rice ha previsto un incremento del 15%. Quest’ultima previsione, tuttavia, è stata affiancata dall’avvertenza che l’alternativa potrebbe essere un calo del 20%, a seconda dell’esito della crisi del debito sovrano europeo. In un così ampio raggio di risultati, Greetham ha sottolineato l’importanza della diversificazione e di strategie multi-asset per prepararsi a qualsiasi eventualità.

Dove in Europa?
Naturalmente i tre gestori non sono i soli a orientarsi verso le azioni europee. In una recente ricerca di Citigroup, gli analisti dicono che gli investitori sono troppo fiduciosi su alcune questioni europee e che preferiscono aspettare una risposta politica, piuttosto che anticiparne le mosse. Tuttavia hanno aggiunto che, mentre restano sottopesate le azioni continentali europee, vedono particolari opportunità in Italia e Germania.

“Le valutazioni dell’Italia sembrano molto attraenti – l’Italia scambia con uno sconto del 45% sul valore di libro rispetto all’Europa”, scrivono gli analisti di Citigroup. “La performance delle azioni italiane dell’area euro è ai minimi di sempre– ed è solo il 6% in più del suo minimo storico rispetto alla Spagna”, hanno aggiunto.

Citigroup ha individuato l’Italia come possibile paese migliore, nonostante l’alto rischio, e ha evidenziato la potenziale opportunità in Enel e Lottomatica.

Rice di Cazenove ha inoltre sottolineato il valore delle azioni italiane: “Le quotazioni danno per scontato che l’Italia sia fuori dall’Unione europea” ha detto. “Se l’Italia si stacca dall’Europa, alcuni soldi saranno persi ma si tornerebbe alla lira; e se l’euro fallisce, gli asset che sicuramente non si vorranno sono le azioni tedesche.”

Per quanto riguarda la Germania, Citigroup ha detto che il principale indice del paese, il Dax, è il quinto mercato più a sconto d’Europa, dopo Grecia, Italia, Francia e Paesi Bassi. Gli analisti credono in un indebolimento ulteriore dell’euro e il Dax sarà il principale benefattore di un tale movimento di valuta. All’interno della Germania, Citigroup ha selezionato Porsche, Heidelbergcement, Allianz e il gruppo Thyssen come le quattro azioni Dax che sembrano “anormalmente a buon mercato” nei dodici mesi futuri rispetto sia al mercato che alle altre azioni di gruppi concorrenti.
Sulle azioni globali nel loro complesso, il rapporto di Citigroup ha osservato che un “quantitative easing” (QE – immissione di liquidità) coordinato, sia europeo che statunitense, sarebbe “un grande segnale per i titoli azionari e la sola copertura contro l’inflazione”.

Una visione alternativa
Il fatto che le azioni europee siano al momento a buon mercato non significa che gli investitori esperti siano pronti a mettere ancora mano al loro portafoglio. Bill O’Neill, Direttore per gli investimenti per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa di Merrill Lynch Wealth Management, nella presentazione dell’outlook 2012, ha concordato con il fatto che le azioni dell’Eurozona sono a buon mercato e la fiducia nei loro confronti sia già al minimo, ma ha avvertito che è troppo presto per investire nella regione per il suo alto rischio. “Tra i titoli selezionati per il 2012, stiamo raccomandando in particolare le società a grande capitalizzazione con forti flussi di cassa e dividendi crescenti,” ha detto O’Neill, aggiungendo che Merrill Lynch Wealth Management EMEA consiglia di sovrappesare le azioni statunitensi e britanniche per essere meglio posizionati il prossimo anno. Le large-cap Usa sono le migliori del gruppo, riflettendo con le loro più affidabili performance le previsioni di rendita degli analisti rispetto alle “concorrenti” del resto del mondo.

Ma, mentre BofA Merrill Lynch guarda agli Usa e al Regno Unito, Cowley di Omam è stato deluso dal mercato azionario inglese. “Ritengo che il problema con il mercato Uk sia il fatto che è sempre in ritardo nei momenti di crescita e scivoli più velocemente in quelli di declino, più di qualunque altra nazione”, ha detto Cowley al dibattito di Fidelity. “Nel tempo ho perso fiducia nel mercato azionario inglese in quel senso”. Ha aggiunto, comunque, che oltre alle azioni europee ritiene che il panorama di investimento futuro sarà buono anche per le small-cap inglesi, collegate direttamente all’economie estere e non solo alla congiuntura britannica.

E per quanto riguarda i mercati emergenti? Citando molti studi che rilevano una correlazione vicina allo zero tra la crescita dell’economia e il rendimento del mercato azionario, Rice di Cazenove ha notato che i mercati emergenti possono anche avere una continua crescita economica, ma che la cosa più importante quando si investe è il prezzo al quale si acquista. “È il valore al quale si compra e non l’aspettativa di crescita tra 30 o 40 anni”, ha affermato, aggiungendo che nessuno può prevedere con precisione cosa accadrà per un così lungo lasso di tempo.

La previsione per il 2012 di Andreas Utermann, Direttore investimenti di Allianz Global Investor/RCM, riporta che “i mercati emergenti rimangono strategicamente importanti e il declino dell’attività economica si concluderà, a nostro avviso, in un rallentamento equilibrato piuttosto che in una discesa drastica”.  Il rapporto, intitolato “Un anno difficile per il 2012”, aggiunge che questa visione positiva sui mercati emergenti porta la società ad avere una visione strategicamente positiva sugli asset dei mercati in via di sviluppo, siano essi azioni, obbligazioni o valute, nonostante le valutazioni.

Diversificare – se puoi
Riassumendo: le azioni europee sono molto economiche, ma anche molto rischiose; le valutazioni azionarie Uk offrono opportunità, ma sono inaffidabili rispetto a quelle americane; i mercati emergenti continuano ad offrire margini di crescita, ma le prospettive economiche non necessariamente si tradurranno in buone performance di capitale. Che cosa deve fare un investitore di fronte a un contesto così imprevedibile? Una cosa su cui tutti i gestori sembrano concordare è il bisogno di diversificare il portafoglio per far fronte a una moltitudine di situazioni che possono nascere da un periodo così delicato. Ma anche la diversificazione è difficile da attuare in un simile scenario. “L’obiettivo di garantire la diversificazione tra portafogli di investimento è complicata da una diminuzione dei porti sicuri,” ha detto O’Neill di BofA Merrill Lynch. “Noi stiamo insistendo su resa, qualità e crescita nella selezione dei titoli azionari”.

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Holly Cook

Holly Cook  is Manager, Morningstar EMEA Websites

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