Sbatti il Btp in prima pagina

Il debito governativo, soprattutto italiano, continua a condizionare i mercati. Per Moody's i rating europei sono a rischio.

Marco Caprotti 29/11/2011 | 09:11
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La tensione sul mercato del reddito fisso non accenna a diminuire. L’indice BarCap del comparto a livello globale nell’ultimo mese ha guadagnato quasi il 2%, portando a +5,2% la performance da inizio anno. Segno che la domanda per i bond regge. Il dato mondiale, tuttavia, non riesce a illuminare alcune situazioni particolari che stanno facendo tremare il settore finanziario. Le prime pagine dei giornali continuano a essere conquistate dai titoli governativi europei e da quelli italiani in particolare.

L’Italia fa notizia
Il debito tricolore sta facendo parlare di sé per i record negativi che continua a segnare. Il rendimento della scadenza decennale ha superato la soglia del 7%, un livello record nella storia di Eurolandia e che per Grecia, Portogallo e Irlanda è coinciso con l’uscita dal mercato classico dei capitali e con la necessità di cercare l’aiuto dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale. Lo yield della scadenza semestrale, intanto, ha toccato il massimo degli ultimi 14 anni. La situazione del Belpaese, con i suoi debiti per 1.900 miliardi e i 200 miliardi di bond da rimborsare l’anno prossimo, per i mercati internazionali continua ad essere pericolosa. Tanto che alcuni grandi operatori (fra cui, ad esempio, Global Sovereign Open, il più grande fondo di investimento giapponese) hanno deciso di liberarsi di tutti i bond italiani che avevano in cassaforte. L’Italia, che fino ad ora ha potuto contare sugli acquisti di Btp effettuati dalla Banca centrale europea che non vuole vedere la terza economia dell’area andare con le gambe all’aria, da parte sua le sta tentando tutte. L’ultima carta è quella dell’orgoglio nazionale. L’Abi (l’associazione che raccoglie le imprese del credito nostrane) ha infatti lanciato il Btp day con cui intende convincere le famiglie italiane ad accollarsi una parte dei bond governativi nazionali (già ora, secondo Banca d’Italia ne hanno il 14%) senza commissioni.

Moody’s fa la voce grossa
Nel frattempo l’agenzia di rating sulle obbligazioni Moody’s ha lanciato un nuovo allarme sulla rapidità con cui la crisi del debito di alcuni paesi potrebbe contagiare gli altri stati e le banche portando a un taglio del giudizio sulle obbligazioni governative di tutta l’area. Nel documento prodotto dalla società di analisi americana si fa anche un esplicito invito ai leader politici della zona a prendere decisioni in tempi brevi. “In assenza di importanti iniziative politiche che possano stabilizzare la situazione del mercato dei crediti, si potrebbe arrivare al punto di rivedere le valutazioni date da Moody’s ai paesi dell’area Euro e, forse, anche a quelle di altri stati dell’Unione europea”, dice la nota. “L’aggiornamento dei giudizi potrebbe avvenire entro il primo trimestre del 2012”. L’agenzia ha rassicurato che le sue stime attuali non prevedono un crollo di Eurolandia. Tuttavia, ha precisato anche che questa visione positiva potrebbe avere delle implicazioni negative sul fronte dei rating. “La necessità da parte della politica di trovare finalmente una soluzione definitiva, può anche nascere da una serie di shock che potrebbero impedire ai paesi interessati di accedere al mercato dei crediti costringendoli ad affidarsi ai programmi di supporto”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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