La Grecia non incastra l'Europa

La decisione di Atene di fare il referendum sugli aiuti, dicono gli operatori, avrebbe messo in forse i fondi per gli altri stati a rischio.

Marco Caprotti 04/11/2011 | 10:56
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Il neo presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, la sua sulla crisi l’ha detta: taglio dello 0,25% dei tassi di interesse per ridare ossigeno all’economia del Vecchio continente. Ora la palla passa di nuovo ai politici, che dovranno studiare la road map migliore per uscire dalla tempesta del credito, sulla base delle decisioni prese fra il 23 e il 27 ottobre: ampliamento del fondo Salva-stati e svalutazione degli asset pericolosi da parte delle banche. Ma anche agli investitori che, in uno scenario sempre più complicato, devono trovare le strategie migliori per i loro portafogli.

La minaccia greca
L’elemento di squilibrio è sempre rappresentato dalla Grecia. Il paese che ha dato il via libera alla crisi europea, quando sembrava che fosse stata trovata una soluzione ha di nuovo sparigliato le carte decidendo di sottoporre la decisione di accettare un nuovo aiuto economico (che porterà con sé nuove misure di austerità) a un referendum popolare. Una scelta che ha allarmato i mercati, visto che difficilmente i greci avrebbero detto di sì a soluzioni che comprendono nuovi licenziamenti di massa e ingenti tagli alle spese. La decisione, peraltro, aveva già spaccato in due il governo ellenico e molti ormai già parlavano delle dimissioni del primo ministro, Georges Papandreou. Poi è arrivata la retromarcia e il premier si è detto disposto a cancellare il referendum.

La Grecia ha un debito di oltre 360 miliardi di euro che equivale al 160% e oltre del Pil nazionale. Non c’è nessuna speranza che possa restituire questi soldi. L’unica alternativa (lasciando da parte la scelta di non rimborsare i creditori) è che le banche che hanno in cassa i bond di Atene riducano del 50% il loro valore e che il fondo Salva-stati venga portato a mille miliardi di euro. Di questi, 100 miliardi saranno messi a riserva per aiuti futuri al paese. Nel frattempo, la Grecia attende, entro metà novembre, di ricevere 8 miliardi dal Fondo monetario europeo, che però saranno sufficienti solo per venire incontro alle scadenze fino a gennaio. “La richiesta di referendum fatta da Papandreou era una scommessa troppo azzardata”, spiega uno studio firmato da Larry Elkin, presidente della società di consulenza finanziaria Palisades Financial Group. “L’obiettivo era quello di obbligare l’Europa e l’Fmi a offrire un accordo migliore per evitare il collasso, ma non avrebbe funzionato. Nell’Unione ci sono troppe situazioni critiche (Spagna, Portogallo e soprattutto l’Italia) e non poteva passare il messaggio che minacciare di non pagare fosse una strategia di negoziazione valida”.

Le scelte operative
Il protrarsi della crisi, intanto, ha portato un cambiamento nell’atteggiamento degli investitori. “Gli operatori hanno smesso di credere che la crisi dell’Eurozona possa essere l’inizio della fine del mondo”, spiega Rodney Hobson, analista di Morningstar. “Sono invece sempre più convinti che, nonostante le discussioni e i contrasti, una soluzione alla fine sarà trovata”. Nel frattempo l’analista consiglia di puntare su titoli difensivi che sono stati dimenticati nel corso degli ultimi rally. “Non è ancora il momento di avventurarsi sui ciclici”. Citigroup Global Markets (Cgm), intanto, consiglia di tenere d’occhio gli indici. “I mercati dai minimi di ottobre sono saliti del 15%, ma si stanno rimangiando una parte dei guadagni”, spiegano in un report. “Negli ultimi quattro anni le Borse hanno fatte vedere fiammate del 15% e ritracciamenti del 14%. Attualmente si registra un calo di circa il 5%”. Per chi è interessato alle banche il suggerimento di Cgm è quello di orientarsi sui nomi di qualità, con una forte capitalizzazione e una esposizione limitata ai bond dei paesi periferici dell’Eurozona. “Le questioni che si stanno discutendo a livello politico presentano forti difficoltà per le quali non esiste una formula magica e che condizionano l’atteggiamento del mercato nei confronti degli istituti di credito”, dice il report.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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