Bond fra l'incudine Usa e il martello Ue

Gli investitori sono preoccupati per lo sviluppo della situazione del debito nelle due aree. Ma per il momento non giocano in difesa.

Marco Caprotti 29/04/2011 | 13:30
Facebook Twitter LinkedIn

Le ultime settimane sono state abbastanza complicate per il fronte obbligazionario, stretto fra la decisione dell’agenzia di rating S&P di abbassare l’outlook sul debito americano da stabile a negativo e i rinnovati allarmi sulla situazione di alcuni Paesi europei. In questo scenario, l’indice Citi WGBI del settore in un mese (fino al 28 aprile e calcolato in euro) ha perso il 2,3%. Segno, spiegano gli operatori, che, nonostante la situazione, gli investitori puntano ancora su una ripresa globale degli Stati Uniti e non corrono a rifugiarsi nei porti più sicuri del mercato.

Gli Usa farebbero bene a preoccuparsi di più
“Il comparto dei Treasury non è rimasto molto impressionato dal cambio di outlook di S&P”, spiega uno studio firmato da Dave Sekera, analista di Morningstar. “C’è stato qualche acquisto subito dopo la pubblicazione della notizia, ma poi i titoli a 10 e 30 anni hanno finito la settimana praticamente invariati”. L’agenzia di rating ha comunque reso pubblico quello che gli operatori pensano ormai da tempo: gli Stati Uniti, dal punto di vista del debito sono in una situazione insostenibile e non è escluso che si possa arrivare a una situazione di default. “Secondo S&P gli Stati Uniti hanno due anni per risolvere la situazione per evitare di arrivare a un abbassamento del rating sul debito governativo (attualmente tripla A, Ndr)”, continua il report. “Tuttavia le elezioni del 2012 potrebbero rendere tortuosa la strada per arrivare a una soluzione ragionevole in tempi brevi, considerando anche che sul tavolo ci sono argomenti difficili come la riduzione del deficit pubblico”.

L’analista invita comunque a non farsi illusioni. “Ci saranno nuovi avvertimenti da parte delle agenzie di rating”, scrive. “Ogni mese che passerà senza arrivare a una soluzione del problema aumenterà la pressione nei confronti degli Stati Uniti affinché stabilizzino le proprie finanze e mantengano un rating elevato del debito”.

L’Europa continua a sudare freddo
Chi conosce bene le preoccupazioni degli Stati Uniti è l’Europa dove la situazione del debito di alcuni Paesi continua a deteriorarsi. Gli investitori continuano a liberarsi delle obbligazioni di Grecia, Irlanda e Portogallo, facendo toccare ai titoli di ognuno di questi Paesi nuovi minimi. Il rendimento del bond ventennale greco ha toccato il 14,73% (cioè 1.155 punti base in più rispetto al bund tedesco). Quello dell’Irlanda è arrivato a uno yield del 10,08% (+102 pb) e quello andaluso a 9,73% (+656 pb). “Questi andamenti indicano che il mercato, per questi Paesi si aspetta una situazione di default entro breve tempo”, spiega l’analista di Morningstar. “Per mettersi al sicuro gli investitori puntano sulle obbligazioni tedesche, da sempre considerate più sicure, riducendone però il rendimento”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures