Investire in Europa con più stile

Seconda parte dell’analisi Morningstar: altri motivi per investire seguendo i diversi stili di gestione.

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Nella prima parte dell’analisi abbiamo già discusso alcuni argomenti per cui vale la pena di investire in azioni europee seguendo i diversi stili di gestione. Ora presentiamo i fondamentali dell’investimento per stile e alcune conclusioni aggiuntive.

L’origine accademica dell’investimento per stile
La teoria accademica che ha influenzato maggiormente la pratica finanziaria è stata la Capm (Capital Asset Pricing Model). Sviluppata negli anni ’60, la Capm è l’origine intellettuale dell’utilizzo degli indici per misurare il rischio sistemico (beta), per separare l’abilità del gestore in relazione alla sua esposizione al mercato (alfa) e per fare da base agli strumenti di gestione passiva.

Tuttavia, gli studi accademici realizzati a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 mostrarono che una delle principali ipotesi del modello Capm falliva empiricamente. Più concretamente, dimostrarono che sul lungo periodo l’unico fattore che dovrebbe predire la redditività delle azioni è il beta. Detto ciò, alcuni studi effettuati sulla Borsa statunitense hanno dimostrato che, sul lungo periodo, un portafoglio composto da titoli a bassa capitalizzazione tende a battere uno composta da titoli di grandi società.

Un altro studio, sempre sul mercato Usa, ha dimostrato che oltre ad un effetto “dimensione”, c’è anche un effetto “stile”. In altre parole, sul lungo periodo un portafoglio composto da titoli di tipo value (basso prezzo di mercato rispetto al valore contabile, alta reddittività per dividendo, ecc) tende a sovraperformare uno composto da titoli growth.

Queste anomalie hanno spinto a dividere il mercato americano in gruppi di azioni in base alla capitalizzazione di Borsa e allo stile societario. Morningstar utilizza le seguenti categorie:

Alcune conclusioni interessanti
La figura 1 mostra il tasso di crescita dei vari indici Morningstar Growth europei in confronto col proprio omologo di tipo Value, a seconda della capitalizzazione. Ad esempio, la linea rossa mostra l’andamento del Morningstar Small-Cap Growth Index in relazione al Morningstar Small-Cap Value Index. Il periodo temporale va da luglio 2005 a luglio 2010. I valori degli indici Large-Cap e Mid-Cap hanno seguito lo stesso percorso fino a settembre 2008, quando è scoppiata la crisi finanziaria. Da allora, le azioni a larga capitalizzazione di tipo growth hanno sovraperformato rispetto a quelle large-cap value; cosa che non si può dire per i titoli a media capitalizzazione. In pratica, l’effetto degli stili growth e value sono stati opposti per le azioni large-cap e mid-cap.

Nel caso delle small-cap, il comportamento è stato completamente diverso. Lo stile growth ha ampiamente sovraperformato il value fino a giugno 2008, per poi cambiare rotta.

Tutto ciò dimostra che anche in un periodo inferiore al decennio, gli effetti dei diversi stili di investimento pesano nelle scelte degli investitori europei, nella misura in cui possono beneficiare dell’investimento per stile.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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