I bond scrutano il cielo irlandese

Gli investitori cercano di capire se ci saranno prossime vittime tra gli Stati europei. I Treasury fanno il pieno.

Marco Caprotti 01/12/2010 | 14:47
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Alla fine è andato (quasi) tutto secondo le attese. Dopo settimane di trattative l’Unione europea ha approvato il piano da 85 miliardi di euro per salvare l’Irlanda. Questo però (ed è qui la parte inattesa) non è bastato a rassicurare i mercati e ha spinto gli investitori a cercare rifugio nelle obbligazioni. L’indice Citi di questo asset nell’ultimo mese (fino al 20 novembre e calcolato in euro) ha guadagnato l’1%, portando a +12,5% la performance da inizio anno. Il fatto che il paniere l’anno scorso abbia perso lo 0,64% indica quanto, da allora si siano agitate le acque nei mari delle Borse.

I bond ci vedono lungo
“I mercati si sono divisi quando è stato annunciato il piano di salvataggio dell’Irlanda”, spiega uno studio di Rodney Hobson, analista di Morningstar. “Le azioni hanno iniziato a crescere, convinte che l’apocalisse fosse stata evitata o, quantomeno, rimandata. Le obbligazioni hanno invece preferito una reazione più sobria”. Come sempre, è una questione di prospettive. Chi investe in azioni tende a farsi prendere dall’entusiasmo perché spera in un aumento di valore di questo asset. Chi punta sui bond, invece, deve essere più realistico: il default di un Paese, infatti, lo renderà più povero. “Il mercato ha sopportato abbastanza bene il salvataggio della Grecia perché, fra le altre cose, doveva dare alle altre nazioni in bilico il tempo di raddrizzarsi”, continua il report. “Adesso che il virus è passato a un altro Paese è più facile che si espanda velocemente. E gli Stati più deboli in questo momento sono la Spagna, il Portogallo e, forse, anche l’Italia”.

Caccia ai Treasury
In questa situazione – con la crisi militare in corso fra le due Coree - è caccia aperta ai titoli governativi americani, da sempre considerato l’asset obbligazionario più sicuro per definizione. Il rendimento del Tbond trentennale è sceso di otto punti base, raggiungendo il minimo dal 9 novembre. La scadenza a 10 anni ha perso sette basis point. Complice di questi acquisti è il piano di riacquisto di Treasury da 600 miliardi di dollari lanciato dalla Federal Reserve nelle settimane scorse per cercare di ridare slancio all’economia Usa. Il calo degli yield è anche il frutto degli aggiustamenti di portafoglio che i gestori stanno facendo in vista  dei cambiamenti che, nei prossimi giorni, saranno apportati ad alcuni benchmark che seguono le obbligazioni.

La situazione di incertezza causata dall’Irlanda, intanto, sta avendo effetti negativi sulle obbligazioni corporate. Secondo le elaborazioni di Bloomberg l’emissione di debito aziendale da metà novembre è scesa del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I rendimenti del resto sono ai minimi dai tempi del collasso di Lehman Brothers due anni fa.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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