Partendo dalle analisi qualitative di Morningstar, questa settimana abbiamo raccolto informazioni sulle aspettative di alcuni gestori sui mercati azionario e obbligazionario, con un focus particolare sull’Italia.
Azioni italiane con prospettive di crescita
Il gestore di Fidelity Italy (il cui Rating Qualitativo Morningstar è stato incrementato a “Superiore”) ritiene che le attuali valutazioni delle azioni italiane siano complessivamente a sconto e vi siano, dunque, margini per una fase di rialzo del mercato. Il gestore ritiene che, dopo il crollo e la successiva fase di rally, un approccio GARP (“growth at a reasonable price”), che punta sui titoli i cui utili crescono in modo sostenibile nel tempo, possa contribuire con più efficacia a individuare azioni con un buon potenziale. Così, tra le azioni preferite dal gestore, che rispondo a questi criteri, troviamo in portafoglio: Saipem, che può trarre vantaggio dai robusti investimenti nelle attività di ricerca off-shore; Piaggio, che può continuare a crescere grazie all’espansione nei mercati emergenti e alla forza di alcuni prodotti, come la Vespa; infine, Safilo, che nonostante la recente fase di difficoltà, gode di un business solido, con buoni margini.
Italia, Spagna, ma non Grecia e Irlanda
Nel corso del 2010, il team di Pioneer Obbligazionario euro a distribuzione (Rating Qualitativo Morningstar “Standard”) ha ritenuto che le reazioni del mercato alla crisi della Grecia e ai timori di rottura dell’euro fossero state eccessive. Il team ha così deciso di aumentare il peso di alcuni Paesi europei periferici, Spagna e Italia in particolare, ritenendo che gli spread sulle emissioni di questi governi fossero interessanti. Ad agosto 2010, l’Italia contava per il 30% del totale attivo e la Spagna per il 19% circa. Sull’Italia in particolare, il gestore ritiene che quattro elementi possano rendere ragionevolmente sereni i detentori del debito governativo: il giudizio stabile delle agenzie governative, il risparmio privato, la capacità del governo di collocare il debito e l’inesistenza di una bolla immobiliare. Considerazioni simili non sono del tutto applicabili alla Grecia e all’Irlanda; così, anche per limiti di liquidità, questi due Paesi sono sottopesati.
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