Gestori, azioni Usa e titoli di Stato europei

L’equity è preferito al reddito fisso. Wall Street marcia lungo la via della ripresa e l’Asia non si fa intimorire dalla debolezza dell’occidente.

Sara Silano 15/04/2010 | 13:50
Facebook Twitter LinkedIn

I gestori continuano a preferire le azioni alle obbligazioni, ma la predominanza non è assoluta. Nei portafogli bilanciati, l’equity pesa tra il 50 e il 60%, mentre i bond rappresentano in media il 42% del totale. Gli ultimi mesi, dicono i fund manager interpellati nell’ultimo sondaggio mensile di Morningstar, sono stati volatili e alcuni hanno attribuito questo trend ai timori relativi alla fine delle politiche di stimolo all’economia; altri ai livelli record raggiunti dal debito sovrano in molti Paesi occidentali; altri ancora alla fine della corsa ai cosiddetti “titoli spazzatura” e al rinnovato interesse per quelli di qualità.

Europa, nel breve prese di profitto
I gestori non escludono qualche presa di profitto sulle Borse del Vecchio continente nel breve, mentre nel lungo periodo dovrebbero prevalere gli acquisti, grazie alla ripresa economica e all’aumento degli utili. La debolezza dell’euro, infatti, favorisce le esportazioni, con riflessi positivi sui bilanci aziendali. Come sottolinea in una nota Ing Investment management, esistono tuttavia tre ordini di rischi: l’esito non scontato delle elezioni in alcuni Paesi come Grecia, Spagna e Regno Unito, l’estensione della crisi da Atene ai cosiddetti Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), l’incertezza sulla politica monetaria cinese, i piani di Barack Obama sul sistema bancario e la riduzione del debito pubblico e privato. Poco più di un gestore su due prevede un rialzo dei listini nei prossimi sei mesi, in aumento rispetto al 45% del mese scorso. 

Wall Street vede la ripresa
Per i gestori, negli Stati Uniti sono tangibili i segnali di ripresa sia nel settore manifatturiero sia nel terziario. Inoltre, il tasso di disoccupazione è fermo al 9,7% da tre mesi consecutivi e l’inflazione non desta preoccupazioni. Le aziende sono tornate a fare utili e hanno 1,8 mila miliardi di dollari di liquidità da investire, impiegare per acquisizioni o distribuzione di dividendi. Per queste ragioni, è leggermente aumentato il numero di gestori ottimisti: quasi il 62% contro il 59% di marzo.

Tokyo corre sulla domanda asiatica
L’indice Msci Giappone ha guadagnato il 15% da inizio anno (in euro al 14 aprile), facendo meglio delle Borse internazionali. Il risultato è da attribuire alla domanda asiatica, che sostiene le esportazioni, e all’indebolimento dello yen, che influirà positivamente sugli utili. Il Sol Levante, però, continua a fare i conti con i problemi strutturali che limitano la crescita interna. Sul listino nipponico, i gestori scelgono la prudenza: solo il 38% si aspetta un rialzo nei prossimi sei mesi (era il 50% a marzo), contro il 52,4% che prevede una stabilità intorno agli attuali livelli.

L’Asia scaccia le paure
Dai minimi di marzo 2009, l’indice Msci Asia-Pacifico (escluso il Giappone) ha raddoppiato il proprio valore, perché le economie dell’area hanno dimostrato di saper resistere alla crisi di quelle occidentali, a dispetto delle preoccupazioni degli investitori. Oggi le valutazioni azionarie non sono più a sconto, ma i gestori continuano ad essere ottimisti sulle prospettive dell’Asia. I tassi di crescita sono superiori al 5% e le esportazioni sono in aumento. Inoltre, le società sono impegnate a raggiungere migliori livelli di governo societario. I gestori, però, ricordano che questo tipo di investimenti deve avere un orizzonte di lungo periodo. La loro previsione è per un rialzo nei prossimi sei mesi (quasi 62% degli intervistati), anche se il 9,5% dei manager non esclude una possibile pausa. 

Convivere con tassi bassi
I rendimenti dei titoli governativi sono bassi sia negli Stati Uniti sia in Europa, ma quest’ultima è ritenuta più interessante dai gestori, i quali, però, non sottovalutano i rischi specifici dei singoli Paesi (ad esempio la Grecia). E’ convinzione diffusa che le Banche centrali continuino l’opera di contenimento del rialzo dei tassi sui tratti medio e lungo della curva dei rendimenti. Per questa ragione i prezzi non dovrebbero subire sostanziali oscillazioni. Nel dettaglio, il 47,6% dei gestori stima una stabilità dei prezzi dei titoli europei e il 33% di quelli americani. 

Tempi duri per l’euro
La moneta unica continua a soffrire l’eterogeneo panorama economico e le fratture interne ad Eurolandia. La maggior parte dei gestori, però, è convinta che il dollaro abbia già corso molto e che potrebbe rallentare il passo o mantenersi attorno agli attuali livelli. In particolare, il 38% prevede oscillazioni intorno ai valori odierni e il 42,9% un ulteriore indebolimento dell’euro (erano il 63,7% a marzo).

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 6 e il 13 aprile, 21 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa il 90% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aberdeen Asset Managers, Albemarle Asset Management, Aletti Gestielle, Allianz Global Investors Italia, Axa IM, Banca Profilo, Bnp Paribas Am Sgr, Clariden Leu, Eurizon Capital, Fideuram Investimenti, Ing IM, Investitori Sgr, MC Gestioni, M&G Investments, Nemesis Asset Management, Norvega Sgr, Pioneer Im, Sella Gestioni, Swiss&Global AM Sgr, Threadneedle, VG.SA.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures