Wall Street suda sulla via della ripresa

La Fed ha rassicurato i mercati sulla situazione economica, che però rimane incerta.

Marco Caprotti 19/08/2009 | 09:22
Facebook Twitter LinkedIn
Questa volta la Federal Reserve ha abbandonato la sua proverbiale cautela. Dopo l’ultima riunione del Fomc (Federal Open Market Committee, l’organismo decisionale della banca centrale Usa) che ha lasciato i tassi fermi vicino allo 0%, ha detto che l’economia americana si trova a camminare su un terreno più solido. Questo significa, ha aggiunto, che una delle peggiori recessioni della storia sta per finire. La Fed ha anche aggiunto che questo inverno potrebbe rallentare, fino ad interrompere il programma da 300 miliardi di dollari di acquisto dei Treasury (titoli di Stato Usa).

Per ultimo, la Banca centrale americana ha confermato che continuerà ancora per qualche tempo con l’attuale politica dei tassi di interesse (ora fermi allo 0,25%). Secondo alcuni analisti, i primi movimenti

sul costo del denaro si potrebbero vedere a metà del 2010. Tutte queste decisioni hanno avuto effetto sul mercato obbligazionario, con una ripresa dei Tbond con le scadenze più brevi.

Per quanto riguarda l’azionario l’effetto è stato più contenuto. “Ma va detto che Wall Street, nel secondo trimestre, si è comunque dimostrata più vivace”, spiega Jaime Peters, analista di Morningstar. “I bassi tassi di interesse hanno spinto molti americani a rifinanziare il proprio mutuo, mentre altri stanno tornando ad affacciarsi sull’equity”. Nell’ultimo mese, intanto, l’indice Msci Usa (calcolato in euro al 18 agosto) ha guadagnato il 5,47%.

Al di là delle rassicurazioni della Federal Reserve, comunque, lo scenario macroeconomico resta ancora tutto da decifrare. Secondo gli ultimi dati del Dipartimento del commercio a luglio le vendite al dettaglio (che contribuiscono al 70% dell’economia a stelle e strisce) sono calate dello 0,1% dopo una crescita dello 0,8% (rivista) il mese precedente. La discesa delle spese delle famiglie americane, peraltro, ha sorpreso gli analisti che, tuttavia, prevedono un aumento di questa voce dell’1,6% fino a metà 2010. Se la stima venisse confermata, si potrebbe mettere la parola fine alla peggiore discesa di questa voce dal 1980.

C’è poi da considerare la questione della disoccupazione. In base agli ultimi numeri trasmessi dal Dipartimento del lavoro è aumentato il numero degli americani che hanno chiesto il sussidio di disoccupazione per la prima volta. Tuttavia, è calato il numero dei cittadini iscritti nelle liste di disoccupazione. Dall’inizio della recessione nel dicembre 2007, 6,7 milioni di persone negli Usa si sono trovate senza un lavoro: il dato è il peggiore dalla fine della Seconda guerra mondiale. Un altro anello debole sulla strada della ripresa è rappresentato dal settore immobiliare. I nuovi cantieri, a luglio, sono calati a sorpresa dell’1%.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures