Il petrolio traina solo Mosca

I mercati dell’Europa orientale tentano il recupero dopo il crollo di gennaio. La Borsa russa riprende terreno, mentre viaggiano ancora in negativo Turchia e Ungheria.

Maria Grazia Briganti 14/03/2008 | 09:59
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Dopo la forte correzione di gennaio, i mercati emergenti dell’Est Europa hanno provato a correre di nuovo. Ma la forte incertezza circa la situazione economica internazionale continua ad appesantire il clima sui mercati finanziari e a farne le spese sono soprattutto quelli a maggior rischio. L’indice Msci Europa Emerging Market ha perso quasi il 4% nell’ultimo mese (dato in euro al 13 marzo), ma il bilancio da inizio anno è negativo per oltre il 14%.

Solo la Borsa russa ha rialzato la testa, guadagnando il 6,5% in euro e portando a poco più del 7% la perdita da inizio anno. Tuttavia il listino moscovita continua a restare in preda alla volatilità non solo a causa delle incertezze economiche internazionali, ma anche per le tensioni sul fronte dei prezzi di petrolio e materie

prime, che se da una parte sostengono le quotazioni, dall’altra stanno alimentando una spirale inflazionistica che nel 2007 ha raggiunto quasi il 10%.

A contribuire al clima di incertezza ci sono ancora le vicende politiche: le elezioni hanno portato al Cremlino il nuovo presidente Dmitry Medvedev, sostenuto dall’uscente Vladimir Putin, che resterà ai vertici con il ruolo di primo ministro. Sebbene ampiamente prevista dagli osservatori, la convivenza di due uomini forti alla guida desta non poche perplessità.

In recupero dai minimi di gennaio, ma in perdita del 5,8% nell’ultimo mese, è l’ISE turco. La debolezza del dollaro ha invece sostenuto la moneta domestica, che ha raggiunto nuovi massimi, guadagnando contro la divisa americana oltre il 13% nel corso dell’ultimo anno. Con un tasso di riferimento interbancario del 15,25% la valuta turca sta beneficiando del cosiddetto carry trade. Fenomeno che induce gli investitori a indebitarsi nelle valute a basso rendimento come lo yen o il franco svizzero, per acquistare valuta con saggi di guadagno elevati.

Anche gli spread obbligazionari sono sui livelli massimi, incorporando un premio per il rischio che non si vedeva da anni. Le scelte settoriali si fanno sempre più difficili: gli analisti consigliano di posizionarsi su titoli industriali di buona qualità, lasciando per il momento da parte il comparto bancario che, sebbene non interessato dalla crisi subprime, resta comunque esposto alle tensioni sul mercato del credito.

Anche il mercato ungherese è stato fortemente penalizzato e nell’ultimo mese il BUX ha realizzato una perdita del 10%. Tuttavia, fanno sapere gli operatori, ci sono sicuramente settori che, se in alcune parti del mondo stanno soffrendo, nei paesi emergenti sono invece in fermento. In Ungheria, ad esempio il mercato immobiliare sta registrando tassi di crescita elevati e il peso degli investimenti esteri è in forte aumento. Il peso degli investimenti da parte di cittadini al di fuori dell’Unione Europea sulle vendite nel 2007 è stato pari al 21%, contro il 16,8% del 2006.

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Info autore

Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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