Crisi archiviata, l’Est Europa riprende la corsa

Mosca e Praga toccano i massimi storici, ma è la Borsa di Varsavia la vera sorpresa del mese di ottobre. L’economia polacca si conferma in salute, mentre la svolta elettorale convince gli investitori. Bene anche la Turchia, in controtendenza i titoli ungheresi.

Maria Grazia Briganti 31/10/2007 | 13:59
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I mercati dell’Europa dell’Est continuano a salire. Ad eccezione del mercato ungherese, le principali piazze finanziarie dell’area hanno registrato vistosi progressi, permettendo all’indice regionale Msci Eastern Europe ND di guadagnare l’8,4% (dato in euro al 30 ottobre).

Ancora una volta è stata la Borsa moscovita a guidare i rialzi. L’indice RTS (in dollari) ha registrato un progresso del 7% nel mese, toccando i massimi livelli storici, grazie al nuovo rally nel prezzo del petrolio.

Ma non è solo il petrolio a guidare le performance della Russia. Come sottolineano gli strategist di Union Investment, il mercato russo contin

uerà ad essere sostenuto da buoni fondamentali, quali la bilancia dei pagamenti positiva e le alte riserve valutarie. La forte domanda interna, inoltre, supporterà il comparto dell’edilizia, dell’immobiliare e delle banche, e lentamente porterà alla crescita dei servizi di telefonia mobile.

La maggiore sorpresa del mese è tuttavia arrivata dalla Borsa polacca, dove l’indice WIG ha guadagnato il 5,1% (dato in valuta locale). La svolta politica, con la vittoria della nuova coalizione Piattaforma Civica, che ha mandato a casa il partito conservatore dei gemelli Kaczynski, sta giovando alla credibilità del Paese, che si conferma in un momento di forte prosperità economica.

Secondo gli analisti, il livello di disoccupazione è sceso sotto la soglia storica del 10% registrata nel ’97-’98, la produttività è seconda solo a quella giapponese, ma rimane lo scoglio della competitività internazionale. La piazza finanziaria mostra un attivismo interessante per gli investitori internazionali: la Warsavia Stock Exchange prevede che nel 2008, saranno almeno 60 le società che debutteranno in Borsa.

A toccare i massimi storici è stato anche l’indice della repubblica ceca, il PX, che nel mese ha guadagnato il 4,26% (in valuta locale). Il listino ceco è stato sostenuto dall'ottima performance di Ceske Energeticke Zavody e di Unipetrol, titoli petroliferi che hanno continuato a beneficiare degli elevati prezzi del greggio e dell'energia. Ma le incertezze tra i big non sono mancate, come la crisi di Zentiva, la maggiore impresa farmaceutica del Paese, che ha lanciato un profit warning, lasciando sul terreno oltre l’11% in una sola seduta.

È stato del 4,7% il rialzo della Borsa turca, l’ISE 100, nel mese di ottobre, cui ha fatto eco la ripresa della lira. La valuta nazionale, da inizio anno, ha messo a segno un progresso del 19% contro il dollaro, il secondo miglior risultato delle principali 26 divise emergenti nel 2007. E il rally non sarebbe finito per gli analisti di Bear Stearns, che vedono la lira turca in crescita del 7,5% nel 2008.

Alla base del rialzo vi è il calo del dollaro e la ripresa economica della Turchia, mentre scarso impatto hanno avuto sul tasso di cambio e sugli scambi finanziari gli attacchi dei militanti Curdi alle forze di governo. Il mercato ha infatti preferito soffermarsi sui miglioramenti microeconomici e sull’impegno del Governo di fronteggiare il debito interno.

In controtendenza rispetto alle altre piazze, solo la borsa Ungherese, scesa del 4,2%. A penalizzare il BUX sono state le numerose prese di profitto e il peggioramento delle previsioni sull’inflazione di breve termine, che ha impedito alla Banca centrale di operare un taglio dei tassi, ora fermi al 7,5%. Secondo gli operatori, il mercato sarebbe in attesa della stagione degli utili delle imprese ungheresi che inizia a novembre.

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Info autore

Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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