Banche, croce e delizia del mercato italiano

Hanno supportato Piazza Affari per tutto lo scorso anno, sulla scia di un risiko senza fine. Da maggio trainano al ribasso il listino domestico che non riesce a tenere il passo con gli indici europei. Ma la svolta è vicina. Per Angelo Manca, gestore del fondo Schroder Isf Italian Equity, saranno i bancari a guidare la ripresa, perché redditizi e lontani dalle tensioni subprime.

Maria Grazia Briganti 12/09/2007 | 10:08
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E' passato un mese dallo scoppio della bolla subprime e il mercato italiano continua a leccarsi le ferite più di altri listini. Cosa lo penalizza?

Il peso del comparto bancario, che costituisce il 30% della capitalizzazione di Piazza Affari, è stata una delle cause principali di un calo degli indici italiani superiore a quelli europei. In generale, le banche sono state le più coinvolte dalla crisi innescata dal crollo dei subprime, ma gli istituti italiani hanno sofferto in maniera ingiustificata.

In che senso?

Il sistema bancario italiano è lontano da

quello americano e inglese. A livello europeo, le nostre banche sono le meno esposte al rischio di insolvenze perchè per tradizione hanno politiche di credito più rigorose e sono ancora indietro per quanto riguarda la penetrazione nel mercato del credito sul territorio.

Lei come ha gestito queste settimane di turbolenze? È rimasto ancorato all’indice?

Al contrario, in portafoglio sono presenti numerose scommesse rispetto all’indice, scelte sulla base della presenza di vantaggi competitivi e business difendibili. Ma certo non le cambio ogni due settimane.

Durante la crisi il fondo non si è mosso. A parte il fatto che non è semplice muovere un patrimonio di 800 milioni di euro. E poi erano diversi mesi che reputavo le valutazioni di alcuni comparti troppo elevate. Al contrario, ho aumentato le posizioni su titoli che a mio parere sono scesi in maniera ingiustificata e sui quali è invece scattato il panico.

In generale, cosa dobbiamo attenderci nei prossimi mesi?

Molta volatilità, soprattutto sui settori ciclici che continuano a correre, che presentano una redditività elevata, grazie a una domanda mondiale forte. Mi riferisco al comparto dell’edilizia o dei macchinari industriali, ad esempio, e non a caso il Dax, uno degli indici con la più alta concentrazione di questi comparti, è stato il listino migliore in Europa.

I livelli degli Utili per azione europei sono al momento il 40% più elevati della media storica. La redditività delle imprese è sopra i picchi dell’ultimo ciclo. E non potrà durare ancora a lungo.

E in Italia?

Quando il mercato si accorgerà che le tensioni sui bancari italiani erano esagerate, tornerà a crescere anche Piazza Affari. Questo avverrà quando le banche italiane inizieranno a riportare i dati del secondo semestre, con utili positivi e assenza di perdite imputabili al caos innescato dai subprime.

Altri temi italiani da monitorare sono quelli legati al lusso, come Valentino, ma soprattutto società che presentano posizioni dominanti, come Amplifon, piccola azienda leader mondiale nelle apparecchiature acustiche, o Luxottica. Da guardare con interesse anche il business che si apre nel segmento del trasporto aereo, con Gemina in particolare.

Per il resto, i temi saranno quelli europei: energia e utilities, un po’ di telecom.

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Info autore

Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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