Biotech emergente

Nell’ultimo mese, il settore farmaceutico ha mostrato caratteristiche difensive, sovraperformando il mercato. Il primo trimestre è stato debole, ma i fondamentali stanno migliorando. Bene le aziende biotecnologiche.

Fernando Luque 22/04/2003 | 17:32
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Nel primo trimestre, l’indice Msci Healthcare ha perso l’1,5% in dollari contro un calo del 5,5% dell’Msci World. Marzo è stato particolarmente positivo per il settore farmaceutico, che ha guadagnato il 2,7% contro il –0,5% del mercato nel suo complesso. Sembra che le incertezze geopolitiche e macroeconomiche abbiano fatto prevalere le caratteristiche difensive del comparto.

Un aspetto particolarmente interessante sono i dividendi sopra la media. Oggi non è facile trovare un settore dove le aziende abbiano accresciuto i ritorni anno dopo anno dal 1998. Johnson & Johnson è passata da 0,49 dollari a 0,80, Merck da 0,95 a 1,42, Eli Lilly da 0,80 a 1,24 e Pfizer da 0,25 a 0,52.

Tuttavia, gli analisti non si aspettano risultati eccellenti nel primo trimestre, perché le società sono state penalizzate dal fatto che alcuni brevetti sono scaduti l’anno scorso. Si prevede che i profitti di big come Schering-Plough, AstraZeneca, Bristol Myers Squibb o Wyeth siano piuttosto bassi, ma il 2003 dovrebbe essere migliore dell’anno appena trascorso.

L’annuncio più importante degli ultimi tempi è il via libera dato dalla Federal Trade Commission a Pfizer per l’acquisizione di farmacie per circa 60 miliardi di dollari. Per questa ragione, la società è stata una delle migliori in Borsa, con un guadagno del 4,5% a marzo.

Non tutte le notizie sono state positive. HealthSouth, fornitore di servizi farmaceutici, è stato coinvolto in un nuovo scandalo contabile. Il titolo ha perso circa il 97% del valore il 25 marzo.

Il biotech ha sovraperformato il mercato e il settore farmaceutico sia a marzo sia nell’intero primo trimestre. Il Nasdaq Biotech Index ha guadagnato il 3,1% da gennaio a marzo contro un calo del 5,5% dell’Msci World. A marzo, il primo è cresciuto del 6,8% a fronte di un –0,6% dell’indice mondiale.

Il settore beneficia dei solidi risultati e delle buone prospettive dei leader di settore. A inizio aprile, Biogen ha guadagnato quasi il 13% dopo aver annunciato risultati sopra le aspettative per il primo trimestre, mentre Genentech ha rassicurato il mercato, dicendo che si aspetta una crescita a due cifre degli utili per azione nel periodo 2005-2010.

Scenario

Anche se il primo trimestre non sarà brillante per le grandi imprese farmaceutiche, l’impressione generale è che i fondamentali siano in miglioramento, dato che gran parte dei brevetti sono scaduti tra il 2001 e il 2002. Inoltre, è atteso il via libera a nuovi farmaci. Un altro fattore importante è quello demografico: entro tre anni, il 30% della popolazione americana avrà più di 50 anni. Questo avrà un impatto positivo sul settore, perché gran parte della spesa per medicinali è legata a questa fascia di popolazione.

Non bisogna dimenticare, tuttavia, che il comparto è influenzato da decisioni politiche. In particolare, la revisione del programma sanitario, che non è ancora stata approvata dal Congresso statunitense, avrà un enorme impatto. Il progetto prevede la riduzione dei prezzi di alcuni farmaci e questo potrebbe far aumentare i volumi, con riflessi positivi per l’industria.

Per quanto riguarda le biotecnologie, le prospettive sono sempre migliori. Secondo gli analisti americani di Morningstar, mentre negli anni Novanta i prezzi erano esagerati, ora sono allineati con la capacità di generare flussi di cassa nel breve termine e coerenti con i valori storici.

Investire in fondi biotech può essere una buona scelta per risparmiatori con orizzonte temporale di lungo periodo e interesse in titoli growth. Secondo Evan McCulloch, gestore del fondo Franklin Templeton biotech, un titolo diventa redditizio due o tre anni dopo aver lanciato il prodotto di punta. Per questo motivo, molte società andranno in utile entro il 2005.

C’è ottimismo anche sul numero di medicinali che otterranno l’autorizzazione ad essere commercializzati quest’anno, perché l’anno scorso molti via libera sono stati posticipati.

Nel settore biotecnologico, gli analisti si attendono un consolidamento. McCulloch ritiene ci siano due tipi di società: quelle senza prodotti e molto cash e quelle senza liquidità ma un prodotto. E’ probabile che tra essi si avranno processi di fusione. Inoltre, alcune aziende hanno una pipeline debole e necessitano di nuovi prodotti.

Il biotech non sta attraversando le difficoltà dei big farmaceutici, grazie all’innovazione di prodotto. Tuttavia, non tutte le società implicano gli stessi rischi: la situazione è critica per quelle giovani e a corto di liquidità.

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Fernando Luque

Fernando Luque  es el Senior Financial Editor de www.morningstar.es

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