Molte ragioni possono spiegare la performance dei mercati latinoamericani. L’area non ha risentito molto delle incertezze geopolitiche, legate alla crisi irachena. Un buon esempio è il caso dell’Argentina, dove il 27 aprile ci saranno le elezioni politiche. Anche se restano molti dubbi sul futuro, il mercato non ha subito grandi scossoni e la Borsa ha registrato la migliore performanc
e di tutta l’America Latina, con l’indice Msci in rialzo del 20,78% (in dollari) dall’inizio dell’anno (all’ 11 aprile).
Il premio al rischio, inoltre, si è abbassato, come mostra lo spread tra il rendimento dei titoli di Stato statunitensi e di quelli dell’America Latina. Nel caso dei bond brasiliani lo spread è stato ridotto dai 1.145 punti base della fine di dicembre ai 918 punti base dell’11 aprile (il massimo è stato nel mese di settembre, quando ha raggiunto quota 2.400 punti). I rialzi delle valute nazionali sono un altro segnale della fiducia degli investitori nella regione. Il real brasiliano, ad esempio, da inizio anno ha guadagnato il 10% contro il dollaro (dati all’11 aprile).
Da gennaio 2003, il Brasile ha fatto registrare un buon rally, con l’indice Msci che ha guadagnato l’8,4% (fino all’11 aprile). Come si legge in un report di Bnp “la chiave della ripresa è stato lo spostamento dell’attenzione degli investitori dalle incertezze politiche ai solidi fondamentali economici”. Il report afferma che “il deficit corrente sta migliorando (…), gli investimenti diretti esteri continuano ad affluire in modo relativamente stabile e sul fronte fiscale, i risultati ottenuti dal Governo sono superiori agli obiettivi fissati con l’Fmi”. Ciò è dovuto al fatto che la paura e le incertezze generate dall’elezione di Lula da Silva sembrano in parte scomparse.
Inoltre la polmonite atipica, la Sars, che ha colpito l’Asia, ha portato a uno spostamento degli investimenti verso l’America Latina. Secondo alcuni analisti, la regione beneficia anche del fatto che è stata generalmente sottopesata nei portafogli degli investitori fino al recente passato. Infine, le valutazioni sono attraenti: secondo Citigroup il rapporto price/earning della Borsa brasiliana nel 2003 è solo di 7,2.
La fine del rally dei mercati emergenti?
Anche se l’America Latina ha fatto abbastanza bene in un periodo di forti incertezze, la regione resta molto dipendente dai capitali stranieri e dalla propensione al rischio degli investitori. La regione, ed il Brasile in modo particolare, ha bisogno di accedere ai mercati finanziari internazionali e per questo le sorti della regione dipendono molto dalla situazione internazionale. Secondo l’Fmi, gli investimenti diretti nell’area cresceranno di 27,6 miliardi di dollari quest’anno e di 59,4 miliardi di dollari l’anno prossimo, ma questo dato è ancora del 40% inferiore rispetto al 1999. Un altro rischio è determinato dal fatto che con la fine della guerra, alcuni investitori potrebbero essere tentati di riallocare i loro investimenti e di prendere beneficio dal rally dei mesi scorsi.
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