L’importanza del fattore politico

Come nelle attese, il settore della salute, considerato difensivo, ha sottoperformato il mercato a novembre. Ora gli investitori devono considerare non solo i fondamentali delle società, ma anche alcuni fattori politici.

Fernando Luque 16/12/2002 | 10:48
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L’indice Msci Healthcare ha avuto una performance deludente in novembre, in crescita di solo l’1,2% (in dollari) contro il 5,3% dell’Msci World index. Ma se si guarda alle diverse componenti dell’indice si trovano grandi disparità: il World Healthcare equipment&supplies (apparecchiature medicali) è salito di circa il 4%, mentre il World Healthcare providers&service (forniture e servizi per la salute) è sceso del 10%.

Il principale componente dell’indice Msci mondiale sulla salute, il World Healthcare pharmaceuticals (prodotti farmaceutici), ha guadagnato il 2,1%, ma ci sono state grandi differenze nelle performance tra società e società. Eli Lilly, per esempio, è salita del 23%, mentre Johnson&Johnson ha perso a novembre il 3%.

L’andamento del settore nel suo complesso è in linea però con la rotazione dei portafogli degli investitori: quando le Borse salgono i settori più difensivi in genere sottoperformano il mercato. Per esempio, dal 9 ottobre, ultimo minimo di mercato, al 10 dicembre, l’Msci Healthcare index ha guadagnato il 5% (in dollari) contro il 14% dell’Msci World.

I 384 fondi europei inclusi nella categoria Medico-farmaceutico hanno ottenuto rendimenti leggermente migliori del benchmark. In media, l’incremento è stato del 3,4% in dollari. Questo può essere spiegato con il fatto che alcune delle grandi società biotecnologiche quotate sul Nasdaq hanno avuto un forte balzo, permettendo al Nasdaq Biotech di guadagnare il 9,1%.

In particolare, Biogen ha sovraperformato il mercato con un incremento del 20,3% grazie alle notizie positive riguardanti Avonex, trattamento contro la sclerosi multipla, e il nuovo farmaco contro la psoriasi. L’altro grande big del settore, Amgen, ha guadagnato solo l’1,4% nello stesso periodo.

Il fattore politico

La vittoria repubblicana alle ultime elezioni per il Congresso americano è in teoria un fattore positivo per l’industria farmaceutica, dal momento che i Repubblicani in genere sostengono il settore privato. Al contrario, i democratici sono più favorevoli a programmi governativi che comportano prezzi dei medicinali controllati.

Tuttavia, è nelle intenzioni del presidente George W. Bush accelerare l’ingresso di farmaci generici sul mercato americano. Come ha commentato un gestore di Abn Amro “benché la proposta sia stata fatta durante la campagna elettorale, è chiaro che la salute continua ad avere notevole importanza nell’agenda politica”.

Outlook

I fondamentali del settore sono forti e lo scenario di lungo termine è positivo. Inoltre, il settore ha delle valutazioni più basse rispetto all’inizio dell’anno (ha sofferto un calo del 17% in dollari da gennaio a fine novembre, in linea con l’indice Msci World), ma gli investitori devono considerare il fatto che la concorrenza dei farmaci generici, la scadenza di brevetti e fattori politici hanno distorto l’andamento di un settore tradizionalmente considerato stabile e sicuro. Alla fine del tunnel c’è qualche luce. Secondo Ing Asset Management, nonostante il fatto che i risultati del terzo trimestre sono stati in linea con le attese, “grazie al venir meno di alcune grandi scadenze di brevetti, ci si attende una ripresa della crescita degli utili per l’intero settore”.

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Fernando Luque

Fernando Luque  es el Senior Financial Editor de www.morningstar.es

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