Volatilità in arrivo. Bisogna aver paura?

Le preoccupazioni legate alla situazione politica in diverse aree del mondo e i timori di recessione rischiano di far aumentare il nervosismo sui listini nei prossimi mesi. Non tutti gli strumenti sono adatti a cavalcare il momento. Conviene ragionare nel lungo periodo.

Marco Caprotti 04/09/2019 | 12:16
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Meglio prepararsi a uno scenario di Borsa in cui la protagonista è la volatilità? Alcuni dei fattori che potrebbero portare sulle montagne russe i mercati nei prossimi mesi sono sotto gli occhi di tutti: la guerra commerciale fra Usa e Cina, l’indebolimento dei fondamentali economici globali, la possibilità di un’uscita del Regno Unito dall’Ue senza un accordo commerciale e la situazione politica italiana. A questi si sommano fattori più lontani ma che potrebbero comunque avere conseguenze: le proteste a Hong Kong che rischiano di indebolire ulteriormente l’economia cinese contagiando anche l’intera regione asiatica o la crisi politica in Argentina, che ha indebolito la divisa e i bond governativi del paese.

A peggiorare il sentiment degli investitori è arrivata l’inversione della curva dei rendimenti dei Tbond con le scadenze brevi che offrono uno yield più alto di quelle lunghe. Un segnale che di solito viene letto come anticipatore di una recessione degli Usa. Un movimento del genere, in realtà, si era verificato a metà del 2018, ma non aveva preoccupato più di tanto gli investitori. “Rispetto ad allora, però, molti indicatori economici sono peggiorati”, spiega Dave Sekera, Managing director dei corporate bond rating e della ricerca di Morningstar Credit Ratings. “Alcuni mostrano una fase di espansione, mentre altri parlano di contrazione”.

In mezzo a tutto questo l’indice CBOE Vix (chiamato anche Vix Index o indice della paura. Misura l’andamento della volatilità sul mercato Usa, ma viene considerato un buon termometro della situazione globale), ha mostrato una certa vivacità. Attualmente (dato del 3 settembre), si attesta vicino a quota 20 e viaggia verso la soglia considerata pericolosa di 25. Solo tre mesi fa nuotava intorno al valore di 16.

Indice Vix
indice vix

Dati aggiornati al 3 settembre 2019
Fonte: CBOE Index

Cavalcare la volatilità
In una situazione del genere, dal punto di vista delle categorie Morningstar i fondi più adatti a sfruttare la volatilità sembrerebbero quelli raccolti nel segmento Alt Volatility. Secondo la definzione Morningstar, si tratta di quegli strumenti che trattano la volatilità come un asset class. Lo scopo è di trarre profitto dagli andamenti della volatilità che si registrano nei derivati su altri strumenti di investimento.

Nella tabella in basso sono elencati i fondi di questa categoria disponibili in Italia.

Fondi Alt volatility

“In realtà si tratta di strumenti adatti a investitori molto sofisticati”, spiega Francesco Paganelli, Fund analyst di Morningstar che, insieme ai suoi colleghi, sta portando avanti un approfondito studio su questi fondi per comprenderne appieno rischi e opportunità. “Teoricamente dovrebbero servire come una sorta di polizza assicurativa contro i movimenti della volatilità. In realtà molti attuano strategie di tipo short che possono dimostrarsi controproducenti nelle fasi in cui la volatilità aumenta”.

Per cavalcare la volatilità esistono strumenti molto più gestibili e facili da seguire. Chi ha un particolare appetito per il rischio, ad esempio, si può orientare su strumenti che investono su energia, risorse naurali e metalli preziosi. Tre settori che condividono il fatto di essere condizionati dagli umori del ciclo economico globale, dalle situazioni geopolitiche e dall’andamento del dollaro rispetto alle altre valute.

Per gli investitori più prudenti una scelta potrebbe essere quella degli strumenti che puntano sulle infrastrutture, un segmento storicamente sganciato dall’andamento dei titoli azionari e che può anche fare da scudo nel caso di un aumento dell’inflazione.

La volatilità non fa paura
In generale, comunque, non è il caso di reagire in maniera scomposta nei casi di aumento della volatilità. “Meglio restare concentrati sulle valutazioni di lungo periodo - e quindi sul vero e durevole valore di un asset – piuttosto che sulle sue quotazioni nelle fasi di volatilità”, spiega Mike Coop, Head multi-asset portfolio management EMEA di Morningstar Investment Management. “Avere una prospettiva di lungo termine rende i fattori di breve periodo del trading meno preoccupanti. Gli investitori che fanno scelte basate sulle emozioni e sui movimenti di breve periodo hanno più probabilità di vendere dopo che i mercati sono scesi e di acquistare quando sono saliti. Bisogna cercare di fare l’opposto, avendo un disciplinato approccio all’investimento che riesca a mantenerci razionali in un mondo che spesso è illogico”.

Leggi gli articoli della Settimana Speciale dedicata ai porti sicuri nei quali ripararsi nelle fasi di volatilità.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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