Il Regno Unito non dà certezze

L’addio del premier May ha contribuito ad aumentare i dubbi degli investitori sulle modalità di uscita dall’Ue. Questo, dicono gli operatori, mette ulteriormente a rischio l’economia.

Marco Caprotti 30/05/2019 | 09:53
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L’unica cosa certa, con l’addio di Theresa May alla carica di premier del Regno Unito, è l’aumento dell’incertezza. Non c’è visibilità (per dirla col linguaggio degli analisti), ad esempio, su quali potranno essere gli sviluppi dell’uscita Uk dall’Ue. Indicazioni in questo senso non sono arrivate nemmeno dalle ultime elezioni europee che, con la vittoria del Brexit Party di Nigel Farage, non hanno fatto altro se non confermare la volonta dei sudditi di Sua Maestà di allontanarsi dal resto della regione.

Il dopo May
Sapere chi prenderà il posto della May a capo del partito conservatore e al governo al momento è una scommessa. Per adesso il favorito è l’ex sindaco di Londra, Boris Johnson (uomo forte dei Tory). “Ma questo non aggiunge chiarezza al quadro, almeno dal punto di vista degli investitori”, spiega Dan Kemp, Chief Investment Officer di Morningstar Investment Management (MIM). “Se si andasse a una elezione per la ledership dei Tory, non sapremmo chi per certo sarebbe il vincitore. Il partito conservatore, tra l’altro, è spaccato in molte fazioni che hanno visioni differenti su Brexit. Quindi possiamo dire che siamo entrati in una fase in cui le incertezze sull’addio del Regno Unito sono aumentate. Questo crea una situazione più complessa per gli investitori rispetto, per esempio, a due mesi fa quando una strada verso Brexit sembrava segnata”.

Il consiglio di Kemp, al momento, è quello di non perdere la concentrazione. “Meglio avere il focus su quello che si sa”, spiega. “E cioè quali sono le valutazioni al momento e dove cercare opportunità quando gli asset sono a sconto”.

Economia a rischio
Un altro elemento di incertezza per gli investitori è legato al fatto che la situazione politica nebulosa rischia di legarsi a una fase economica nel segno della debolezza. “La crescita potrebbe essere minata dalla scarsa volontà delle società di fare investimenti” spiega Oliver Blackbourn, fund manager del Multi-Asset team di Janus Henderson Investors. “L’equity Uk potrebbe beneficiare di un indebolimento della valuta, ma ci sarebbe sempre la spada di Damocle dei cambiamenti degli accordi commerciali. Le azioni del Regno Unito, tuttavia, continuano a essere interessanti grazie a un alto dividend yield e alle loro caratteristiche difensive nelle fasi finali del ciclo”.

Un’opinione condivisa da Tanguy De Lauzon, Head of Capital Markets & Asset Allocation EMEA di MIM. “Le aziende UK, dal punto di vista dei fondamentali, nel complesso sono forti”, spiega. “Una buona parte di quelle quotate sull’indice Ftse 100 sono multinazionali e i loro utili sono stati spinti dal calo della sterlina”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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