Banche nel radar degli investitori value

I titoli degli istituti di credito, dicono gli analisti di Morningstar, sono quelli con lo sconto più alto a livello globale e possono essere una buona occasione per chi va a caccia di valore.

Marco Caprotti 13/02/2019 | 09:51
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Meglio non dimenticarsi delle banche. Il valore e le quotazioni più interessanti, dicono gli analisti di Morningstar, si trovano proprio fra gli istituti di credito. Soprattutto in un momento in cui ci potrebbero essere aumenti dei tassi di interesse e in una fase in cui i gruppi finanziari hanno dato una profonda ripulita ai bilanci.

“Basta dare un’occhiata alla composizione dell’indice Msci World Value Weighted (un paniere che enfatizza soprattutto le società con le valutazioni più basse, Ndr), per accorgersi che delle 10 società più a sconto, la metà sono banche”, spiega David Brenchley, analista di Morningstar. “I nomi sono quelli di Bank of America, JPMorgan Chase, Citigroup, Wells Fargo e HSBC. In generale le banche a livello globale, secondo i calcoli di UBS, trattano a un rapporto prezzo/valore di libro di 0,9”. Per definizione le azioni value sono quelle che hanno un basso rapporto prezzo/valore di libro (P/B), bassi multipi nel rapporto prezzo/utili (P/E) previsto per i prossimi 12 mesi e un alto dividend yield.

I problemi delle banche
Non sorprende che le banche non siano fra le favorite degli investitori: i correntisti non si fidano e, anche a livello politico, sono spesso messe all’indice per il ruolo avuto nelle crisi finanziarie che hanno attraversato gli Stati Uniti e l’Europa a partire dal 2007 (per tacere degli scandali che hanno bruciato i risparmi di intere comunità, anche in Italia). “Le tempeste, tra l’altro, hanno dato il via a un periodo di bassi tassi di interesse che non ha fatto bene ai bilanci degli istituti”, dice l’analista. “Le banche preferiscono le fasi in cui il costo del denaro è più alto: maggiore è lo spread fra quello che danno ai risparmiatori e quello che guadagno dai depositi, più intascano”.

Va detto che, da questo punto di vista, qualcosa è cambiato. Negli Stati Uniti, ad esempio, i tassi di interesse da dicembre 2015 sono stati alzati nove volte. I prezzi dei titoli bancari, va però sottolineato, non sono stati velocissimi a muoversi. Da allora a fine 2018 l’indice Dow Jones US Bank ha dato un rendimento (inclusi i dividendi) del 25%. Da questa parte dell’Atlantico, intanto, gli investitori cercano di interpretare ogni dichiarazione che arriva dalla Bce per capire quale sarà il futuro nell’Eurozona.

I tassi, comunque, non sono l’unico elemento che può dare una spinta ai titoli delle banche. “I regolamenti più severi hanno aiutato il settore a essere più capitalizzato”, dice l’analista. “ Gli stress test effettuati in giro per il mondo fino ad ora hanno dimostrato che sono meglio attrezzate per resistere a una crisi finanziaria rispetto a 10 anni fa”.

Nella tabella sotto, sono elencati i10 fondi della categoria Morningstar Global large cap value che hanno la maggiore esposizione netta ai titoli bancari a livello mondiale.

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Banche e Brexit
L’addio del Regno Unito all’Ue non sembra un evento in grado di spaventare più di tanto chi punta sulle banche del paese. “I gestori con cui abbiamo parlato sono positivi sul settore”, dice l’analista . “Il rapporto P/B è a 0,8”. Secondo l’ultimo Dividend Monitor di Link Asset Service, inoltre, le cedole pagate dalle banche di Sua Maestà agli azionisti nel 2018 sono aumentate del 5,3% ripetto al 2017.

Giappone e Europa
“Le banche giapponesi sembrano quelle più a sconto a livello globale, con un rapporto P/E di 0,5”, dice l’analista. “In una situazione in cui il Giappone è già con i tassi negativi, l’unica alternativa che pare esserci è quella di una serie di strette. Secondo i gestori, se il Giappone mostrerà anche solo una debole intenzione di alzare il costo del denaro, allora i titoli delle banche nipponiche avranno una forte reazione”.

Le banche europee sono un po’ più a sconto rispetto alla media globale (P/E: 0,7). “Tuttavia ci sono dei buoni motivi per questa debolezza”, dice l’analista. “I crediti inesigibili sono alti e gli utili stanno scendendo. Nel frattempo la situazione macreconomica è difficile, con i tassi ancora in territorio negativo e l’Italia in recessione tecnica”.

Nella tabella sotto sono elencati i fondi della categoria Morningstar Servizi finanziari e l’esposizione netta a Europa, Usa, UK e Giappone.

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L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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