Perché l’healthcare europeo fa bene al portafoglio

Rispetto ad altri settori a sconto offre interessanti margini di progresso e di protezione. I titoli si sono svegliati. Ma, dicono da MIM, il mercato non ne ha ancora apprezzato le reali potenzialità.

Marco Caprotti 12/12/2018 | 14:52
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Crescita e difesa. Sono questi, dicono da Morningstar Investment Management (MIM), gli elementi che in questo momento rendono interessanti i titoli europei del settore salute. Da inizio anno (fino ai primi di dicembre), l’indice Stoxx Europe 600 Healthcare ha segnato +3,9% contro un calo del 5,6% del paniere Stoxx Europe 600.

Questa capacità di sovraperformare non è una novità. In 10 anni, ad esempio, il segmento ha visto un progresso medio di quasi il 12% rispetto al +8,9% registrato dalle azioni del Vecchio continente in generale. “Il settore ha mostrato anche delle fasi di debolezza”, spiega Clémence Dachicourt, Senior portfolio manager di MIM. “Ci sono stati casi di sottoperformance. Ad esempio quando ci sono state incertezze legate alla legislazione sui farmaci”.

Le caratteristiche del settore
Il comparto della sanità del Vecchio continente ha una capitalizzazione di Borsa di circa 1.100 miliardi di euro (circa il 14% del mercato azionario europeo). A livello geografico la leadership è in mano agli svizzeri che con Roche e Novartis rappresentano il 36% della capitalizzazione del segmento. A seguire vegono le società del Regno Unito (22,5%), quelle francesi e tedesche (12,3% per ogni paese) e quelle danesi (10,5%). Il settore è dominato dai laboratori farmaceutici e si distingue dal comparto nordamericano dove coabitano, insieme ai laboratori, le società medicali, le società di servizi finanziari specializzate nella salute e quelle di distribuzione dei farmaci. “Negli ultimi 20 anni, alcune società si sono comportate meglio di altre”, spiega il portfolio manager. “In particolare quelle concentrate su poche specialità medicinali o su tecnologie particolarmente richieste dai pazienti”. Un altra caratteristica del settore è la sua esposizione al mercato americano. Gli Usa, infatti, rappresentano il 40% delle vendite dei laboratori europei. “Da questo punto di vista sono più esposte agli andamenti del mercato valutario o alle pressioni che possono arrivare dal fronte legislativo”, dice il gestore.

Dove sta il valore?
Secondo le previsioni di MIM, il comparto nei prossimi 10 anni darà un rendimento reale del 4,6% l’anno. “Non è molto alto”, dice Dachicourt. “Tuttavia è più interessante dell’1,3% che, secondo i nostri calcoli, darà l’indice Msci World. Secondo noi, in un’ottica di lungo termine, il mercato non sta apprezzando appieno la qualità dei fondamentali dei titoli del pharma europeo e il potenziale di rendimento che offrono. Il settore storicamente è stato sottorappresentato nei portafogli, anche a causa dei prezzi molto alti. Questo sottopeso, tuttavia, con il passare del tempo si è ridotto mano a mano che gli investitori hanno iniziato ad apprezzare le virtù difensive del settore”.

Dal punto di vista dei fondi di investimento, ci sono due sistemi per seguire il comparto. Uno è quello degli strumenti della categoria Morningstar Healthcare equity. Nella tabella in basso sono elencati i prodotti di questo insieme e la loro esposizione netta ai titoli europei.

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I portafogli settoriali, tuttavia, presentano tutti rischi legati a una scarsa diversificazione. Più sicuri, da questo punto di vista, sono gli strumenti che si muovono a livello regionale su diversi settori. Nella tabella sotto sono elencati i fondi della categoria European large cap Growth che hanno la maggiore esposizione netta al settore healthcare.

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L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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