L’ABC della cedola

Alcune nozioni base per capire le differenze tra il coupon offerto dalle obbligazioni e il dividendo staccato dai titoli azionari.

Francesco Lavecchia 19/11/2018 | 09:48
Facebook Twitter LinkedIn

Uguali nel nome ma completamente diverse nei fatti. Quando si dice cedola si rischia di fare confusione tra quella offerta dai bond e quella staccata dai titoli azionari. Ecco alcuni concetti base per comprendere meglio le caratteristiche della parte “income” offerta dalle due forme di investimento.

La cedola per i bond
La cedola (o coupon) dei bond è l’interesse periodico che l’emittente del prestito obbligazionario (paese, società di capitali, ente pubblico o sovranazionale) paga periodicamente ai detentori del titolo ed è corrisposto per remunerare il prestito del capitale e il rischio legato al mancato rimborso da parte dell’emittente.

L’interesse corrisposto varia, dunque, in relazione alla scadenza del titolo e al merito creditizio dell’emittente: più è lunga la scadenza ed è alta la probabilità di default dell’emittente, più sarà generosa la cedola corrisposta. Ci sono poi le obbligazioni che non garantiscono alcuna cedola (i cosiddetti “zero coupon”), rappresentate tipicamente dai bond con scadenza non superiore ai 12 mesi.

Attenzione, però, a non confondere cedola con rendimento del titolo. I due proventi coincidono solo in un caso: quando l’emissione è avvenuta “alla pari” (cioè quando il prezzo di acquisto del bond è pari al valore nominale restituito a scadenza). Quando, invece, avviene “sotto la pari” (cioè quando il prezzo di acquisto è inferiore al capitale restituito a scadenza) la cedola è pari all’interesse periodico, mentre il rendimento del titolo comprende il coupon e la differenza tra valore nominale e prezzo di acquisto (scarto di emissione). Nel caso di emissione sopra la pari, lo scarto di emissione viene invece sottratto alla cedola e diventa una componente negativa del rendimento. La cedola può essere fissa o variabile. Nel primo caso è predeterminata, nel secondo, invece, è adeguata periodicamente al tasso di inflazione in modo da tutelare l’obbligazionista dall’aumento del costo della vita. Il coupon è espresso generalmente in termini lordi, e dunque non tiene conto dell’aliquota fiscale imposta dall’Erario (26% sui corporate bond ed emissioni straniere, 12,5% per i titoli di Stato italiani). 

L'income nelle azioni
La cedola (o dividendo) delle azioni rappresenta invece la remunerazione del capitale di rischio investito nell’azienda ed è corrisposta dalla società ai propri azionisti come forma di distribuzione degli utili realizzati nel corso dell’esercizio (la quota di utili distribuiti sul totale è chiamata payout ratio).

Attenzione, però, a non cadere nella trappola del dividendo: non tutte le società staccano cedola, anche le più profittevoli, e non sempre quelle che lo fanno sono in utile. Molte aziende, specialmente quelle in una fase di forte crescita, preferiscono reinvestire interamente i profitti realizzati nel business poiché pensano di creare valore per l’azionista attraverso la crescita del valore d’impresa. Altre, invece, staccano cedola nonostante non riescano a chiudere il bilancio in attivo. Intaccando quindi la liquidità in cassa.

Se dunque si fa l’errore di interpretare il dividendo come un segnale del buono stato di salute di un’azienda si rischia di non investire in società in grande espansione o, peggio, di cadere nella trappola del dividendo. Ovvero di prendere posizione su una società che di lì a breve potrebbe non staccare più cedola e il cui valore andrà a deteriorarsi nel tempo.

È possibile, comunque, che alcuni azionisti non percepiscano la cedola nonostante la società distribuisca gli utili. Per questo motivo conviene fare attenzione alle date del dividendo e in particolare alle Ex date. Chi diventa proprietario di titoli azionari di una società nell’intervallo di tempo compreso tra questa data e la data di pagamento (Payment date) non è infatti inserito nell’elenco dei soci qualificati per la distribuzione della cedola. Le altre date importanti sono quella della dichiarazione del dividendo (Declaration date), in cui il consiglio d'amministrazione comunica i dati relativi al dividendo, e il Record date, in cui viene rilevata la legittimazione al pagamento del dividendo.

Il rendimento offerto dal dividendo (il dividend yield) è calcolato come rapporto tra la cedola e il prezzo di acquisto del titolo ed è tassato anch’esso con un’aliquota del 26%.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures