Il Latam non è bello come gli altri emerging

Le valutazioni dell’area, dicono da MIM, nonostante i cali non sono interessanti alla luce dei rischi. La regione, aggiungono, paga la scarsa esposizione a temi secolari come la tecnologia.

Marco Caprotti 31/10/2018 | 10:01
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Il crollo degli emergenti non fa bene all’America latina. Almeno, dicono da Morningstar Investment Management (MIM), per quanto riguarda le valutazioni. L’indice Morningstar dedicato all’azionario dei paesi in via di sviluppo in un mese ha perso (fino al 29 ottobre e calcolato in euro) l’8,32% portando a – 12,57% la performance da inizio anno. Negli stessi periodi il paniere dedicato al Latam ha segnato, rispettivamente, +1,96% e -5,39%.

Il Latam è a sconto ma non abbastanza rispetto agli altri emerging
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 “In generale, a questi prezzi ci piacciono gli emerging”, dice Philip Straehl, Head of Capital Markets and Asset Allocation North America di MIM. “L’America latina, tuttavia, non ci sembra un’opportunità da cogliere da sola. I prezzi non sono interessanti dal punto di vista del rapporto rischio/rendimento”.

Il problema sono i fondamentali. “E’ vero che i paesi dell’area con il passare del tempo sono migliorati dal punto di vista del debito pubblico e  della bilancia commerciale”, spiega il manager di MIM. “Tuttavia, si tratta di un’area ciclica e molto più legata alle commodity rispetto ad altre regioni dell’universo emergente. Queste caratteristiche portano a un alto livello di incertezza quando si tratta di fare previsioni in termini di rischi geopolitici. Tutto ciò rende complicato valutare gli utili delle società della regione”. Secondo Straehl, le parti emergenti dell’Asia e dell’Europa, dal punto di vista dell’earning estimate, sono molto più interessanti.

Poco hi-tech
Un altro problema del Latam è la scarsa esposizione dell’area a temi cosiddetti secolari come, ad esempio, la tecnologia. “Questa debolezza ha fatto in modo che l’America latina restasse al palo rispetto ad altre zone dove l’hi-tech è ormai una realtà consolidata come l’Asia”, spiega il gestore. Guardando ai fondi di investimento, fra quelli raccolti nella categoria Morningstar Latin America equity, quello che ha la maggiore presenza di titoli hi-tech è il fondo con Morningstar rating di tre stelle Investec GSF Latin Am Smaller Companies C Acc USD (9% del portafoglio in base ai dati aggiornati al 31 agosto 2018).

Per quanto riguarda i fondi con Analyst rating, la maggiore esposizione alla tecnologia ce l’ha Aberdeen Global Latin America Equity S Acc USD (Bronze, tre stelle) con quasi il 4% (dati al 30 settembre 2018). “Il team di gestione prende in considerazione le società su cui investire in due fasi: prima la qualità e poi i prezzi”, spiega Lena Tsymbaluk, fund analyst di Morningtsar in un report del 13 giugno 2018. “Il primo elemento viene valutato prendendo in considerazione la chiarezza della strategia di business e la qualità dell management. Altri fattori che i gestori cercano sono la solidità dei bilanci, la trasparenza dei conti e l’impegno a creare valore per gli azionisti. I prezzi vengono considerati interessanti se il titolo tratta a sconto rispetto all’andamento storico e alle valutazioni di società simili”.

Radar sul Brasile
Gli occhi degli investitori, intanto, si spostano sul Brasile dove Jair Bolsonaro ha vinto facilmente il ballottaggio delle elezioni presidenziali con un margine del 55% (contro il 45% ottenuto dal candidato del Partito dei lavoratori, Fernando Haddad). Il risultato era stato largamente previsto, con i sondaggi che suggerivano un grosso margine di vittoria per Bolsonaro nelle ultime tre settimane.  “Gli asset rischiosi in Brasile hanno goduto di un forte rialzo recentemente in quanto i mercati erano sicuramente più favorevoli ad una vittoria di Bolsonaro che ad un ritorno al potere del Partito dei lavoratori”, spiega Paul Greer, gestore di FF Emerging Market Debt Fund di Fidelity International. “Il discorso post-vittoria di Bolsonaro è stato un segnale positivo per i mercati, in quanto il neoeletto Presidente ha fatto riferimento ad un’agenda che prevede di unire il paese, combattere la corruzione e concentrarsi sulla tanto agognata riforma fiscale. I prossimi indicatori strategici da tenere d’occhio nella politica del Brasile saranno le nomine dei vari Ministri, in particolare il Presidente della camera, e chi ricoprirà la carica di nuovo Governatore della Banca centrale brasiliana, nel caso in cui quello attuale non dovesse essere ri-confermato”.

Non mollare gli emerging
La fase di debolezza che stanno attraversando gli emerging, secondo il gestore di MIM, non deve distrarre gli investitori. “Crisi politiche, dispute commerciali e disastri ambientali stanno spingendo molti operatori a rivedere le posizioni sugli emergenti”, dice Straehl. “In situazioni del genere è facile dimenticare i vantaggi potenziali, anche in termini di diversificazione, che questo asset offre. In casi come questi bisogna avere una bussola che indichi la direzione. La nostra è l’analisi delle valutazioni che si basa sui fondamentali. In base a questo indicatore ci sentiamo tranquilli nel dire che la situazione degli emerging non è così drammatica come appare e che i mercati emergenti sono forti nonostante qualche caso eccezionale”.

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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